Riparte iter riforme. Sinistra Pd, Senato sia elettivo
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Riparte iter riforme. Sinistra Pd, Senato sia elettivo

Riparte iter riforme. Sinistra Pd, Senato sia elettivo

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(AGI) - Roma, 2 lug. - Riparte al Senato l'iter delle riformecostituzionali. Oggi il ddl Boschi e' stato incardinato incommissione Affari costituzionali di palazzo Madama e ilprossimo 7 luglio partira' ufficialmente l'esame del testoapprovato in prima lettura dai due rami del Parlamento con larelazione della presidente Anna Finocchiaro. Nelle intenzioni del governo c'e' di incassare il vialibera di palazzo Madama prima della pausa estiva, conl'obiettivo, annunciato ieri dal premier Matteo Renzi aBerlino, di procedere con il referendum a giugno 2016. Tempistretti, quindi, che confermerebbero l'originario disegnodell'esecutivo di non modificare l'attuale testo del ddl, perevitare anche che si vadano ad intaccare i precari equilibridei numeri e politici al Senato, dove la maggioranza non puo'piu' contare sui voti di Forza Italia. Ma sul cammino delleriforme si aprono nuovi fronti, sia interni al Pd che esterni.All'indomani delle elezioni regionali, l'alleato di governo,Area popolare, ha annunciato l'intenzione di chiedere modificheal ddl Boschi, con l'introduzione del Senato elettivo, uno deipunti cardini del testo costituzionale del ministro Boschi. Eoggi e' la sinistra Pd, con un documento sottoscritto da 25esponenti, a tornare alla carica per la modifica del ddl,chiedendo l'elezione diretta del Senato. Insomma, la strada delddl costituzionale si fa in salita. Al momento nessuna presa diposizione ufficiale del governo. Ma fonti della maggioranza Pdconfermano la volonta' di premier e partito di andare avantispediti, senza modifiche. In realta', mesi or sono, fu lo stesso Renzi, nel pieno delcaos sulla riforma della Scuola, ad aprire a possibilimodifiche, ribadendo invece l'intoccabilita' dell'Italicum.Tuttavia, stando alla posizione espressa ieri dal premier dopoil bilaterale con la Cancelliera tedesca Merkel, fannoosservare dal Pd, le aperture a possibili modifiche sarebberostate messe in stand-by. Certo, pesa su governo e Pdl'incognita numeri: se minoranza dem e Ap dovessero'coalizzarsi' per ottenere la riapertura del dossier, ilrischio di andare sotto per il governo a palazzo Madamadiventerebbe reale. Rischio che viene subito evidenziato daForza Italia: "Riforme di Renzi nel caos. Dopo il documento dei25 della minoranza Pd del Senato, e con il nostro votocontrario, Renzi non ha i voti per approvare la riformacostituzionale del bicameralismo paritario". E il premier, almomento, non puo' contare sul 'soccorso azzurro' di Verdiniche, sebbene non abbia mai nascosto la volonta' di votare afavore, non ha ancora sciolto la riserva sulla nascita delgruppo dei 'responsabili'. D'altro canto, se il governo dovesse acconsentire arivedere uno dei pilastri portanti dell'impianto del ddlriforme, l'articolo 2, potrebbe andare incontro non solo alrischio dell'apertura di nuovi fronti, ma in quel caso i tempisi allungherebbero, in quanto il ddl dovrebbe poi riprenderedall'inizio il suo iter, visto che si sono svolte gia' le dueprime letture conformi. La minoranza dem garantisce: se lamaggioranza e il governo aprono al confronto sulle modifiche,non ci sara' alcun problema di 'sgambetti' o dilazione deitempi. I '25' chiedono anche che sia diminuito il numero deideputati (in tutto 550) e siano ampliate le prerogative delSenato. La lettura bicamerale deve essere conservata su alcunitemi, "cinque, che per loro natura devono essere sottratte allapotesta' della maggioranza di governo", ha spiegato Gotor inconferenza stampa, riferendosi, ad esempio, ai temi sensibilicome il fine vita, l'amnistia e l'insulto, i diritti delleminoranze, la dichiarazione di guerra, la tutela della liberta'religiosa. Infine, fra i temi da compartecipare, Gotor cita lalegge elettorale. E per i '25',il principio del ne bis in idem,ovvero l'impossibilita' di modificare parti del testo che hannoavuto doppia lettura conforme, potrebbe essere superato con "unaccordo politico", e poi spetterebbe al presidente del SenatoPietro Grasso, 'concedere' il via libera alla modifica. Anche 'Sinistra e' cambiamento' chiede modifiche: tra lealtre, bisogna "attribuire al nuovo Senato funzioni proprie divalutazione dell'attivita' delle pubbliche amministrazioni, diverifica dell'attuazione delle leggi statali e regionali e dicontrollo delle politiche pubbliche", spiega Matteo Mauri,secondo il quale "la strada migliore sia quella di sottoporreagli elettori la scelta dei componenti del Senato mediante lapresentazione di liste collegate alle elezioni regionali".(AGI).
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