Riforme: tensione Grasso-Pd, voto finale il 13 ottobre
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Riforme: tensione Grasso-Pd, voto finale il 13 ottobre

Riforme: tensione Grasso-Pd, voto finale il 13 ottobre

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(AGI) - Roma, 23 set. - Il 13 ottobre e' "la data del votofinale" sulle riforme. Lo ha annunciato il presidente PietroGrasso nell'Aula di Palazzo Madama, illustrando le decisioniprese a maggioranza dalla conferenza dei capigruppo. L'Aula iniziera' a votare gli emendamenti da mercoledi'della prossima settimana, 30 settembre. L'illustrazione degliemendamenti e' fissata per martedi' 29 e andra' avanti fino anotte, si apprende ancora. Sel e Lega, intanto, annunciano il ritiro di parte degliemendamenti, ma e' nella Capigruppo di Palazzo Madama che salela tensione tra il presidente Grasso e il Pd. E' una proposta che non si puo' accettare io 'non passo enon saro' per il boia della Costituzione', avrebbe detto ilPresidente del Senato in conferenza dei capigruppo. Il riferimento sarebbe alla 'ghigliottina' che sarebbescattata sul ddl Boschi se il voto finale fosse stato fissatoper l'8 ottobre, come chiesto dal Pd mentre una settimana ditempo in piu' consente, sarebbe questo il senso, di votare gliemendamenti e gli articoli del ddl Boschi. Il clima in capigruppo, viene riferito da piu' di unpartecipante, e' stato teso, con un irrigidimento del Pd neiconfronti del presidente Grasso. Tema del contendere, vieneancora spiegato, i tempi: il Pd aveva infatti chiesto che fossefissata la data dell'8 ottobre come termine ultimo per il votofinale - o al massimo il 9 ottobre - ma su richiesta delleopposizioni, di consentire un vero dibattito dopo che - e'l'accusa - e' stato negato in commissione, Grasso ha tentatouna mediazione, indicando la data del 13 ottobre. Una data che non soddisfa il Pd, in quanto troppo a ridossodell'avvio della sessione di bilancio - il 15 ottobre - e chenon consente di calendarizzare prima della 'tagliola' del 15 leunioni civili, oggetto poi di un altro duro scontro in Aula traM5S e Sel e il Pd. Ma, viene fatto notare dal partito di maggioranza, ladecisione assunta da Grasso ha un rilievo negativo anche peruna questione di principio: crea, e' il ragionamento, unprecedente che rischia di divenire 'pericoloso', in quanto seil presidente in capigruppo non prende neanche inconsiderazione le richieste del primo partito di maggioranza,allora vuol dire che ognuno nelle opposizioni - e viene citatoil caso di Calderoli e della mole di emendamenti presentati -si sentira' legittimato a minacciare ostruzionismo per vedersiaccolte le proprie richieste. La decisione assunta da Grasso, pero', viene salutata confavore dalle opposizioni: sia Sel, che Conservatori eriformisti e M5S, infatti, plaudono la data individuata daGrasso, e sottolineano lo "sforzo di mediazione" messo in attodal presidente. Subito dopo la capigruppo, uno dei partecipantialla riunione, osserva: "Grasso ha tirato fuori il coraggio". Stamane il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, haspiegato: "fino all'ultimo non lasceremo nulla di intentato, manon possiamo accettare veti da nessuno perche' questa e' lavolta decisiva e sappiamo che la credibilita' internazionalepassa" anche per le riforme", ha detto il ministro Maria ElenaBoschi nell'Aula del Senato. Questa e' "una riforma ambiziosa"che "ha proposto il Governo" ma che "oggi e' pienamente lariforma del Parlamento". "Siamo ad un passo dal traguardo e allora mi rivolgo atutte le forze politiche presenti. Dovremo utilizzare iprossimi giorni per trovare un consenso ampio" trovando gli"elementi che ci uniscono", ha aggiunto il ministrorivolgendosi anche a quanti non hanno ancora deciso di votare afavore. "A voi senatori e senatrici la scelta nei prossimigiorni se fare restare il Paese ancorato al passato oaccompagnarlo verso il futuro", ha detto Bosch. "Abbiamo semprericonosciuto il valore sacro del Parlamento", "noi crediamo nelvalore del confronto politico" non nella creazione di un"algoritmo". (AGI).
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