Riforme: maggioranza tiene, ma timori su Def per tensioni Ncd
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Riforme: maggioranza tiene, ma timori su Def per tensioni Ncd

Riforme: maggioranza tiene, ma timori su Def per tensioni Ncd

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(AGI) - Roma, 7 ott. - Dopo una mattinata sull'ottovolante (sie' toccata la quota piu' bassa: 143) la maggioranza porta acasa un'altra prova di forza, tenendo anche sulla questionelegata all'elezione del Capo dello Stato. Un banco di provasuperato anche grazie all'intesa con la minoranza del Pd sullenorme transitorie. E una sconfitta per chi ha cercato un frontecomune delle opposizioni. La linea iniziale era quella discrivere una lettera a Mattarella (al Colle, viene spiegato,porte aperte su un confronto ma non sulle tematiche cheriguardano il Parlamento, il Capo dello Stato non potrebbe maiavallare alcun processo nei confronti dei presidenti di Camerae Senato) o di ipotizzare l'Aventino: FI si e' sfilata (anchese il gruppo e' risultato spaccato sul da farsi) provocandol'ira della Lega. Ma ora il rischio per la maggioranza,spiegano fonti parlamentari, e' che le tensioni sia sul ddlBoschi che soprattutto sulle unioni civili possano riversarsisul voto di domani sul Def. Dal Nuovo centrodestra continuanoad arrivare segnali di resistenza al cosiddetto Cirinna' bis.Si e' evitato che si materializzasse un 'blitz' con il voto sulddl prima della sessione di bilancio, ma restano diversi nodiancora aperti. Intanto sulla stepchild adoption, letteralmente'adozione del figliastro', ovvero l'adozione del minore daparte di uno dei componenti della coppia del figlio, naturale oadottivo, dell'altro partner. Un meccanismo che porta ilsenatore di Forza Italia, Lucio Malan, a parlare di "leggetruffa" ai danni dei cittadini. Ma, al di la' delle prese diposizione dei singoli, nel Pd c'e' la speranza che, in sede divotazione, si possa contare sull'apporto dei "liberali di ForzaItalia". Questi, assieme ai voti dei Cinque Stelle e di Seldovrebbero garantire il passaggio indolore del testo in Aula.Il governo continuera' a rimanere fuori dalla discussione,lasciando l'iniziativa alle sole Camere ma restano alcuneperplessita' anche tra i cattolici vicini al premier Renzi.L'obiettivo comunque dei vertici Pd e' di far si' che la leggearrivi entro la fine dell'anno. Il Nuovo centrodestra ha chiesto un confronto con il Pd perevitare strappi, ma il via libera al provvedimento sulle unionicivili potrebbe anche spingere alcuni senatori ad uscire dalpartito, se non dovesse passare la linea del 'no' al testocosi' formulato. Da settimane ci sono manovre in corso alcentro: qualche giorno fa per esempio Verdini ha incontrato,riferiscono fonti parlamentari, i vertici di Scelta civica ealcuni 'big' di Udc e Ncd proprio per capire se c'e' lapossibilita' di accelerare sulla costituzione di uncoordinamento a sostegno dell'azione del governo. L'ipotesiinnanzitutto e' quella di arrivare ad un gruppo alla Camera conSc e di ampliare il fronte moderato al Senato. "Dopo il 13ottobre - spiega uno dei partecipanti al 'tavolo' - tutti gliattori dell'area del centro dovranno vedersi per capire se cisono punti in comune, a partire dai programmi". Il tentativo e'quello, spiegano le stesse fonti, di una accelerazione versoun'area moderata che comprenda 170-180 parlamentari, gia' perfar passare proprie proposte sulla legge di stabilita'. Ilgoverno e' al lavoro proprio su questo punto (si sta vedendo,per esempio, come dar seguito all'annuncio di Renzi sul canonedella Rai in bolletta ma c'e' l'eventualita' che la novita'vada a regime solo nel 2017) e i bersaniani sono pronti a farpesare le proprie richieste. (AGI)
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