Riforme, la maggioranza lavora ad una intesa sul Senato
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Riforme, la maggioranza lavora ad una intesa sul Senato

Riforme, la maggioranza lavora ad una intesa sul Senato

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(AGI) - Roma, 22 set. - Profumo di intesa sulle riforme aPalazzo Madama. Dopo la riunione della direzione del Pd diieri, deposta per qualche ora almeno l'ascia di guerra,maggioranza e minoranza dem cercano di raggiungere un accordosu una gradazione di elettivita' del Senato che non scontentinessuno. Per questo da stamane tutta la maggioranza di governosta lavorando a una mediazione su un testo scritto. Il precipitato potrebbero essere meno di dieci emendamenti,anche per introdurre, con uno di questi, nel ddl Boschi, un'lodo' sulle modalita' di elezione del nuovo Senato che possavenire incontro alle richiesta della minoranza Pd senzasmentire l'impianto fin qui elaborato nei diversi passaggiparlamentari. L'ipotesi e' che gli emendamenti possano esserepresentati in Aula a firma dei capigruppo di maggioranza. Laproposta e' stata avanzata ieri da Renzi e accolta consoddisfazione da Bersani, Cuperlo e Roberto Speranza. Fi, M5s e Lega, invece, continuano la loro opposizione.Tanto che il vicecapogruppo del gruppo Fi al Senato AnnamariaBernini tuona: "Sulle riforme Renzi e la sua minoranza internastanno celebrando l'ennesimo congresso del Pd. Prima litigano,poi fanno un accordicchio pasticciato su commi e codicilliassolutamente incomprensibili. Tutto sulla pelle degliitaliani. Non voteremo questo papocchio ridicolo e il Paese cidara' ragione". Ma dietro le quinte continuano gli scossoni aipartiti che, al centro, ridisegnano le loro geometrie. Se daNcd esce Nunzia De Girolamo, per tornare in Forza Italia, da FiDomenico Auricchio sarebbe a un passo dal lasciare il gruppoazzurro al Senato per approdare nel gruppo Ala di DenisVerdini. Intanto l'iter della riforma e' a un punto vivo con ladiscussione generale e gia' sono cominciate, in aula a palazzoMadama, le scaramucce soprattutto tra minoranza e presidente.Visto il numero di iscritti, infatti, il presidente Grasso haannunciato che i 110 senatori in lista potranno parlare 10minuti, e non 20, ciascuno. "Bel contingentamento", hareplicato il M5S Alberto Airola mentre Roberto Calderoli harinunciato al suo intervento commentando: "E' uncontingentamento prematuro e riduttivo rispetto alladiscussione. E' giusto che il dibattito si svolga anche inquesta sede ed e' impossibile, come e' accaduto, che ildibattito si svolga tutto in via del Nazareno, nelle direzionidel Pd. E' una cosa inaccettabile". Mario Mauro ha allora solidarizzato con Grasso per "illivello e la ferocia delle minacce a cui e' stato sottoposto"ma ha anche notato: "e' ancora piu' doloroso, quando le minaccefanno effetto". "Tutto avrei potuto immaginare, tranne che unadecisione che e' frutto di prerogative presidenziali potesseessere interpretata come un cedimento a eventuali pressioni",ha risposto Grasso, "siccome il senatore Mauro ha insinuatoquesto rispondo sul punto. Non le permetto di pensare ne' disospettare una cosa del genere". (AGI).
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