Riforme: intesa vicina, mancano ultimi dettagli. Domani l'ok
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Riforme: intesa vicina, mancano ultimi dettagli. Domani l'ok

Riforme: intesa vicina, mancano ultimi dettagli. Domani l'ok

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(AGI) - Roma, 22 set. - Manca ancora il sigillo ufficialeall'intesa, ma per la maggioranza del Pd e il governo l'accordocon la minoranza dem e' praticamente fatto. Sono ancora dadefinire dei dettagli, ma l'intesa politica c'e' - fanno saperefonti della maggioranza Pd - e sara' ratificata domani mattina,in una nuova riunione che si terra' al Senato prima dellascadenza del termine per la presentazione degli emendamenti,alle 9. Per quell'ora, garantiscono fonti, gli emendamentisaranno pronti e, ribadisce il sottosegretario LucianoPizzetti, "saranno meno di dieci". Si va, viene spiegato, da unminimo di 4 a un massimo di 6-7. E se l'intesa non e' statagia' ufficializzata, dopo l'ennesima riunione serale, e'perche' - riflettono alcune fonti del Pd - restano alcuniproblemi tecnici, a cui si aggiungono alcune questioni internealla minoranza, dove ci sarebbero 4-5 senatori cheinsisterebbero sulla linea dell'elezione diretta e nonsarebbero favorevoli a un'intesa con la maggioranza del partitoche verrebbe letta, a loro dire, come una "resa". Fonti parlamentari della minoranza dem, spiegano che lerassicurazioni necessarie sono arrivate dalla maggioranza delpartito e dal governo, ma bisogna ancora armonizzare lemodifiche all'articolo 2 e la minoranza intende vedere neldettaglio il testo prima di dare l'avallo finale: "C'e' ancoraun lavoro da fare prima di arrivare all'intesa", affermaMaurizio Migliavacca al termine di una giornata di riunioni econtatti. Il governo resta pero' ottimista: "Sono fiducioso",dice Pizzetti a tarda serata. Per Migliavacca si sono fatti"passi in avanti, ma l'intesa e' ancora da definire". Nellamaggioranza, pero', si tende a minimizzare la portata delleparole dell'esponente di minoranza e lo stesso Pizzetti tiene asottolineare che "il clima e' molto buono". Del resto, i tonidella minoranza dem non sono piu' barricaderi e nessuno parladi frenata sull'intesa o addirittura di rottura. Il punto di caduta, su cui si sarebbe raggiunta la 'quadra'- viene spiegato - e' la parola "scelte". Ovvero, il principio- messo nero su bianco nell'emendamento al comma 5dell'articolo 2 del ddl - che saranno rispettate le sceltedegli elettori nell'individuazione dei futuri senatori. Lemodalita' di selezione dei senatori, poi, saranno rimandatealle leggi elettorali e a leggi ordinarie. L'accordo siconcentrerebbe su listini alle elezioni regionali e sarebberopoi i consigli regionali a 'ratificare' le "scelte" deglielettori. Quindi, "conseguentmente" a cio' che hanno stabilitoi cittadini con il loro voto. In serata, da Ncd si sottolineavacome il punto di caduta sia stato raggiunto sulla propostainiziale di Gaetano Quagliariello, 'lettura' smentita pero' dagoverno e Pd. Altro nodo su cui i legislativi del ministero sono allavoro e' la questione della platea che elegge il Capo delloStato. Contrariamente a quanto si spiegava fino ad oggipomeriggio, si sarebbe deciso di intervenire anchesull'articolo relativo alla composizione della platea che deveeleggere il presidente della Repubblica. Ma si tratta, vienespiegato, di un nodo tecnico. Gli altri emendamenti, salvosorprese, dovrebbero riguardare le funzioni del Senato,l'elezione dei giudici costituzionali e il Titolo V. (AGI) .
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