Renzi: riforma lavoro non rinviabile.  Grillo a minoranza Pd: mandiamolo a casa
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Renzi: riforma lavoro non rinviabile.  Grillo a minoranza Pd: mandiamolo a casa

Renzi: riforma lavoro non rinviabile. Grillo a minoranza Pd: mandiamolo a casa

Renzi: riforma lavoro non rinviabile.  Grillo a minoranza Pd: mandiamolo a casa
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(AGI) - Roma, 24 set. - Una riforma del mercato del lavoro inItalia "non e' piu' rinviabile, si discute ma poi si decide esi va avanti tutti insieme": e' categorico il presidente delConsiglio Matteo Renzi. Parlando con i giornalisti a New York,il premier avverte: "Lunedi' presentero' le mie idee indirezione, ci sara' un dibattito e si discutera'", "ma poi sidecide e si va avanti tutti insieme". Insomma, "c'e' unadiscussione nel partito che rispetto e che puo' aiutare auscire con posizioni piu' forti". Comunque "quello che e'chiaro e' che non e' pensabile che ci siano momenti in cui cisi fermi e ci si tiri indietro". In altre parole il presidente del Consiglio manda a dire aRoma, dove una parte del suo partito appronta il testo degliemendamenti alla riforma dell'Articolo 18, che non intendedeflettere. "Ci sono alcune cose in Italia che vanno fatte:riforma della Costituzione, legge elettorale, riforma dellapubblica amministrazione, della giustizia, e la riforma dellavoro che e' irrinviabile", sottolinea, citando anchel'importanza di riformare la P.A., un passo "fondamentale perscardinare i veti". Tutti allineati e coperti? In realta' Grillo tenta il giocodi sponda con la minoranza Pd cui offre una 'tregua' pur di"mandare a casa" il governo. I Dem, pero', rispondono picche."Caro Grillo e' il tuo populismo il vero nemico dellasinistra", dice Roberto Speranza. "Grillo e' un piccoloAyatollah e non sa cosa sia un partito e il valore prezioso deldibattito interno", rincara Miguel Gotor. Cosa aveva detto, anzi scritto, via post delcostituzionalista Giannuli sul blog, il comico genovese?: "Loscontro che si sta profilando impone che abbiamo tutti moltagenerosita', mettendo da parte recriminazioni pur giuste, perrealizzare la massima efficacia dell'azione da cui non ciattendiamo solo il ritiro di questa infame 'riforma', quantol'occasione per mandare definitivamente a casa Renzi". Uncontrasto frontale, articolato "con l'azione parlamentare e conl'azione di piazza, con gli scioperi, spingendo la minoranza Pda trarre le dovute conseguenze di quanto accade". Non che il M5S sia isolato, su questo fronte. "Renzi lo hadetto: bisogna uscire dal Novecento. Loro rischiano di portarcifuori dal Novecento, solo che ci portano nell'800", ammonisceNichi Vendola. "Se Renzi diventa l'alfiere delle battagliestoriche della destra e' un problema suo. Io credo - chiarisceil leader Sel - che non si tratti di difendere le ragioni dellasinistra, si tratta di difendere l'idea del lavoro, altrimentiavremo sempre piu' lavoro sporco e povero e poco competitivo".Ad ogni modo e' l'esponente di Area riformista Miguel Gotor aribattere a Grillo che "la minoranza del Pd e' impegnata amigliorare la delega lavoro per rafforzare l'azione delgoverno, con una discussione seria sul merito di singoli puntiqualificanti che interessano la vita concreta di milioni dipersone. Rispediamo quindi al mittente la sua provocazione, cheha l'unico obiettivo di indebolire il Pd e, come al solito, dicreare confusione". "Non credo che dobbiamo rispondere astupide provocazioni. Far cadere Renzi sarebbe dairresponsabili", conviene Gianni Cuperlo, deputato Pd e leaderdi Sinistradem. Peraltro, e' Stefano Fassina a osservare che"spazi per mediare ci sono: la delega sul lavoro va riempita dicontenuti. E' solo che non mi pare ci sia tutta questadisponibilita' a mediare" da parte del governo. D'altro canto, parlamentari vicini al presidente delConsiglio hanno rassicurato i 'colleghi' dell'opposizione demsulla volonta' di arrivare a un punto di caduta. Resta pero'difficile arrivare entro lunedi', giorno in cui si riunira' ladirezione, un documento unitario sulla riforma del lavoro. Facile prevedere, invece, che la direzione voti undocumentocon un mandato largo sulla delega, cosi' da poter lavorare neigiorni seguenti ai contenuti. Intanto la leader della Cgil Susanna Camusso appare piu'possibilista rispetto ai giorni scorsi. "Se si parla diallungare il periodo di prova, sono per discutere dei tempi",fa sapere. Il dibattito, in fondo, e' ancora all'inizio.(AGI) .
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