Catania - Matteo Renzi ha invitato il Pd a non farsi "rubare il futuro" dai leader del passato che, ha denunciato, "vorrebbero fregarci il futuro continuando con le divisioni interne, le risse, le polemiche di tutti i giorni": il duro attacco al "presidente del Consiglio emerito" Massino D'Alema e all'opposizione dem è stato lanciato dal palco di Villa Bellini della Festa dell'Unità di Catania. "A loro", ha aggiunto il premier alludendo al referendum costituzionale, "diciamo che questa è la riforma del Pd, come lo era dell'Ulivo e del Pds". Poi l'apertura sull'Italicum: "Ci hanno detto che il problema del referendum era la legge elettorale, abbiamo detto che siamo pronti a discuterne. C'è bisogno però che gli altri facciano proposte, noi facciamo le nostre", ha precisato. Quelli "che contestano e spaccano tutto", ha aggiunto, "sono quelli che non hanno in testa il futuro dell'Italia".
Renzi ha lanciato un appello all'unità del partito: "Se dopo 2 anni si è rimesso in moto il mondo della ricerca, dell'innovazione, dell'edilizia scolastica, se abbiamo fatto questo bisogna guardarci negli occhi e sapere che la sfida va combattuta insieme", ha avverito, "tutti insieme senza polemiche. Noi non ci faremo trascinare nella guerra del fango al nostro interno da chi pensa che sia opportuno litigare tra di noi, dimenticando che fuori di qui non ci sono le magnifiche sorti progressive, ma destra e populismi. E se non ce ne rendiamo conto tradiamo il nostro passato e il nostro futuro".
Il referendum, ha ribadito Renzi, "sarà un bivio per chi dice sì e che vuole cambiare, e per chi dice no e rimanere nella palude". In ogni caso l'esito non influirà sulla sua permanenza a Palazzo Chigi: "Mi hanno chiesto di non personalizzare e ho smesso. Ho detto che la legislatura ha una vita a se stante. E non parliamo più del governo in caso di vittoria del No". Quanto alle critiche alla riforma di D'Alema, schierato per il No, Renzi ha replicato: "D'Alema nel '95 scrive di superamento del bicameralismo perfetto con una sola camera politica e di un capo del governo indicato dai cittadini e noi non l'abbiamo fatto per evitare problemi perché i poteri del premier non cambiano: 'Mi sembra un modello più forte, efficace, europeo. Un'altra prospettiva mi pare avventurosa, inefficace, propagandistica, da evitare'. La penso come Massimo D'Alema, questa è la riforma della nostra storia, è il nostro passato".
Oltre agli avversari interni nel Pd, Renzi ha attaccato la Lega ("tenetevi le vostre camicie verdi e lasciate le magliette della polizia a chi è degno di portarle") e soprattutto il M5s per il caos a Roma: "Dopo mesi di accuse infamanti di un movimento che è diventato un partito, il Partito 5 stelle, quel partito attraversato da divisioni interne si trova in profonda difficoltà dopo aver sbraitato e insultato gli altri. Avevano detto che avrebbero trasmesso tutto in streaming, ma devono avere finito i giga. Si sono chiusi nelle loro stanze e se le stanno dande di santa ragione". "Avevano detto che avrebbero portato la trasparenza in politica, noi la scriviamo nella Costituzione. Forse perciò votano No al referendum, perché non vogliono la trasparenza", ha ironizzato il premier. Nessun attacco personale, però, contro Virginia Raggi: "Riispettiamo il voto dei cittadini di Roma, facciamo vedere che siamo diversi da chi pensa che la politica sia guerra nel fango. Che abbiamo uno stile. Questo non significa abbassare la guardia" ma "noi le istituzioni le rispettiamo sempre, non quando c'è qualcuno dei nostri a governare. Prima del Pd c'è l'Italia". (AGI)