Roma - Lo dice e lo ripete tutto l'ultimo giorno di questa campagna elettorale bolsa e triste: non si vota sul governo (vale a dire su di lui), ma sui sindaci e i problemi locali. Lo fa senza perdere nemmeno un'occasione, tra le diverse che si propongono. L'ultima è l' Tg1 delle 20, quello con i massimi ascolti. Il presidente del Consiglio si lascia intervistare in piedi, con piglio presidential, e ripete ancora una volta: non sul governo, ma sui sindaci. Queste le sue parole: "Il voto delle amministrative non cambia niente per il governo. Il voto referendario sì, per il governo e per l'Italia. Se passano le riforme un parlamentare su tre via! Torna a lavorare. Senza le riforme invece si perde la flessibilità guadagnata con l'Europa, e si torna agli inciuci". Poche righe che sintetizzano il mantra delle ultime settimane, che lo hanno portato da ultimo a chiudere la campagna con un comizio a Ravenna, mentre a Roma Virginia Raggi arringava gli accorsi a Piazza del Popolo sotto le insegne dei Cinque Stelle e a Milano Parisi e Salvini lanciavano toni di sommesso ottimismo. Parisi e Salviuni sul palco, ma non Silvio Berlusconi. Ultimo, piccolo colpo di scena: il leader di Forza Italia decide di restare a Roma, a farsi vedere ad Ostia a fiancp di Alfio Marchini, perché è qua che "c'è più bisogno". I concittadini milanesi si accontentino di un intervento telefonico. Ma anche a loro Berlusconi lancia un messaggio di speranza. Andate a votare perché, a Milano come a Roma, Una vittoria del centrodestra "sarebbe un primo avviso di sfratto ad un governo abusivo e illegittimo".
Curiosamente ma non troppo, dice una cosa simile la stessa Raggi: "Renzi ha detto che se vinco al primo turno si dimette. Bene, tutti al voto". Esattamente l'argomentazione che dà l'orticaria dalle parti del Pd. E Renzi, che a Ravenna chiude la serata con una padellata di cozze offerte dagli operai del settore chimico, liquida l'altra faccenda che gli sta a cuore, quella della restituzione degli 80 euro dati a partire dalle scorse elezioni europee. "Sono solo i miliardari che possono considerarla una mancetta, gli 80 euro sono un gigantesco aiuto al ceto medio", dice, "Poi, se in sede di dichiarazione dei redditi se ne è fuori, è evidente che non se ne ha diritto. Comunque a fronte di un milione e 400mila casi del genere, ci sono un milione e 600mila persone che non li ricevevano perché non avevano fatto la domanda, e invece li riceveranno. Si chiama conguaglio". E, in ogni caso, nel segreto dell'urna si pensi ai sindaci, non al governo.(AGI)