Renzi apre al 'Tatarellum' Bersani, apertura significativa
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Renzi apre al 'Tatarellum' Bersani, apertura significativa

Renzi apre al 'Tatarellum' Bersani, apertura significativa

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(AGI) - Roma, 21 set. - Uno spiraglio, poco piu' che unafessura, alla fine Matteo Renzi la lascia intravedere. Sitratta del meccanismo, gia' rodato nel 1995 con PierluigiBersani alla regione Emilia Romagna, che prevede l'elezione deiconsiglieri-senatori da parte dei cittadini e la ratifica daparte dei consiglio regionali. Si tratta, in sostanza, direplicare su scala nazionale quanto previsto dalla leggeTatarella, giornalisticamente chiamata anche Tatarellum. Ilpresidente di regione veniva eletto e il consiglio regionale'ratificava' il listino associato al candidato. Nel caso delsenato, il listino associato al candidato presidente di regioneconterrebbe, non i nomi dei consiglieri, ma quelli deisenatori. Una fessura nella quale la minoranza dem, che pure non hapartecipato al voto con cui la direzione Pd ha dato il suo vialibera alla relazione del segretario, intravede la lucedell'intesa sulle riforme. "Andiamo alla sostanza", e' stata lareazione di Bersani, intervenuto alla festa dell'Unita' diModena: "Mi pare che Renzi abbia fatto un'aperturasignificativa. Voglio essere chiaro ancora una volta - haspiegato l'ex segretario Pd - se si intende, come mi pare diavere capito, che gli elettori decidono, scelgono i senatori, ei consigli regionali ratificano, ne prendono atto, va bene,sono d'accordo. Perche' e' la sostanza di quello che abbiamosempre chiesto. Decidono gli elettori, i senatori non li si fain una trattativa a tavolino. Meglio tardi che mai, se e'cosi'". L'appuntamento di oggi al Nazareno, tuttavia, ha dato modoa Matteo Renzi di toccare punto per punto tutte le questioniaperte nel partito, dalle riforme alla conquista del Labour daparte di Jeremy Corbyn, dalla scuola alla formazione politica eal sistema delle primarie. La regola che fa valere Renzi e' sempre la stessa: sidiscute fino a quando non si alza qualcuno a dire "o si facosi' o niente". In quel caso, quindi, niente. O, meglio, si facome decide il partito. E l'indicazione di oggi del partito e'stata unanime nell'appoggiare la linea oltranzista delsegretario-presidente. Renzi ci ha messo un'ora e venti minutia spiegare che se la ripresa c'e', il merito e' delle riforme,ribattendo anche ad Alfredo D'Attorre che ha sottolineato comeil grosso dei nuovi occupati derivi dalla decontribuzione.Nemmeno per idea, ha ribattuto Renzi: "Il 43 per cento dellenuove assunzioni non godono della decontribuzone" per leaziende. Anche da cio' deriva il fatto, sottolineato in replicadal segretario, che questa legislatura esiste solo in virtu'delle riforme. Senza, sarebbe la fine. "Non lo dico comeminaccia per il futuro, ma come considerazione del passato", siaffretta poi a spiegare il premier. La consapevolezza che lacarta delle elezioni rimane nel mazzo pronta ad essere giocata,pero', e' bene presente alla minoranza dem che continua achiedere di mettere da parte i "braccio di ferro" e "le provemuscolari". E se Renzi viene accusato dalla sua minoranza diutilizzare come uno spauracchio l'ipotesi urne, il premiersembra mettere in guardia i ribelli da tentazioni scissioniste:"Chi di scissione ferisce di elezione perisce e anche questoVaroufakis ce lo siamo tolto", ha spiegato. Un altro messaggioe' indirizzato al Presidente del Senato, Pietro Grasso. Laprima versione, cosi' come enunciata, e' da far tremare ipolsi: "Pare che il presidente del Senato,Pietro Grasso, possa aprire alla modifica di una normaapprovata in copia conforme da Camera e Senato. Se questoaccadra', credo si tratti di un fatto inedito, e credo cheoccorrera' una riunione comune di Camera e Senato". I piu', tracui il leader di Sel Nichi Vendola, pensano a una ingerenza infunzioni che, da Costituzione, spetterebbero al Capo delloStato. E' lo stesso Renzi, pero', a precisare subito dopo che "seil presidente del Senato riapre sull'elezione, e' ovvio chedobbiamo fare una assemblea dei gruppi del Pd. A fronte di uneventuale, inedita scelta del Presidente del Senato, il Pd siriunirebbe per decidere cosa fare. Se c'e' la doppia conforme,non si puo' fare finta che non ci sia. Se si decide di cambiarela doppia conforme e' chiaro che si riapre la discussione sututto". Meglio per tutti, allora, "mettere da parte gli artificitecnici" e scommettere di nuovo nel partito, una sorta di Rugbynipponico della politica, spiega Renzi riferendosi allasorpresa dei mondiali in corso in Inghilterra: "Quando lalegislatura non procedeva, dentro al Pd si e' deciso di fareuna mossa ardita, come Giappone contro Sud Africa nel rugby: siva all'ultima azione, 28 a 30, e il Giappone ha la palla, tuttoci si aspetta, tranne che il Giappone attacchi, ma conun'azione che entrera' nella storia, il Giappone attacca evince la partita". Lo spazio per l'intesa esiste, la dead lineal 15 ottobre rimane. La soluzione puo' essere la legge cheporto' all'elezione da parte del consiglio regionale emiliano,prima di La Forgia e poi di Errani, quando il presidente elettoPierluigi Bersani "fu chiamato a fare, bene, il ministro". Eccolo spiraglio: senatori eletti dai cittadini e 'incaricati' daiconsigli regionali. Se ne puo' parlare. La prospettiva nonsembra dispiacere alla minoranza: "Se il meccanismo e' quelloper il quale gli elettori decidono ed il Consiglio regionale silimita a ratificare, allora si puo' ragionare", dice D'Attorrelasciando il Nazareno. E anche il ministro Maurizio Martinaguarda con ottimismo alla ripresa delle trattative:"Rispettando i tempi e qualificando ulteriormente alcunipassaggi, a partire dalla modalita' di scelta deiconsiglieri-senatori, si puo' stringere positivamente". (AGI).
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