Roma - Disegna un'Italia alle prese con la sua "lunga marcia" nell'economia, e guarda a 2016 che "si chiudera' meglio del 2015, che si e' chiuso meglio del 2014, a sua volta meglio del 2013 e questo del 2012". Matteo Renzi arriva a Cernobbio e dal Forum Ambrosetti rivendica che "e' un fatto inoppugnabile confermato dai dati di oggi, ma questo - torna a rilanciare - non significa andare bene. Siamo tornati in gruppo ma siamo ancora in coda". Impossibile non parlare di numeri, anche e soprattutto oggi, e allora il presidente del Consiglio ricorda che "il deficit in Italia e' il piu' basso degli ultimi dieci anni e continuera' a scendere, non perche' ce lo chiede l'Europa ma perche' - sottolinea - ce lo chiedono i nostri figli". "In Italia c'e' un'unica parola d'ordine, abbassamento delle tasse", assicura Renzi che poi passa al capitolo riforme. Se al referendum sulla riforma costituzionale dovesse vincere il si' "avremmo un Paese piu' semplice e con meno poltrone", mentre "se vince il no non c'e' la fine del mondo, rimane tutto come adesso". Ovvero, avverte con un distaccato realismo, "un Paese meno agile, un Paese meno forte". Dunque, e' vero che l'appuntamento con le urne del prossimo autunno "e' un passaggio molto importante" ma l'approccio resta ora concentrato sul merito, visto che in precedenza "c'e' stato un eccesso di toni per responsabilita' varie, e anche mie". "Non ne parlo piu'", taglia corto allora Renzi rispondendo alla platea di Cernobbio che lo interrogava sulle mosse in caso di sconfitta al referendum. "So perfettamente cosa faro' - aggiunge il presidente del Consiglio - ma non lo ripetero'". (AGI)