Referendum, Renzi "Di Maio chieda scusa all'Italia"

Pd verso ritorno a 'Italicum 1.0", battaglia minoranza su manovra

Referendum, Renzi "Di Maio chieda scusa all'Italia"
matteo renzi 

Modena - "Caro vicepresidente della Camera, eletto con i voti del Pd, per favore, per il tuo interesse e la tua dignita', chiedi scusa all'Italia e agli italiani, perche' paragonare questa a una dittatura e' una cosa che fa del male a te". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, riferendosi al 5 Stelle Luigi Di Maio e ironizzando sul fatto che "Venezuela e Cile non sono la stessa cosa, perche' il Cile e' quel Paese lungo" e al fatto che Beppe Grillo faccia dire a Di Maio "che noi siamo la dittatura come lo era il Cile di Pinochet".

Dalla Festa dell'Unità a Modena il premier ha lanciato un appello alla partecipazione in vista del referendum costituzionale: "Datemi una mano voi a cambiare questo Paese, a portare l'Italia nel futuro; basta un Si' andando casa per casa, facendo come ai vecchi tempi". "Cara Italia - ha detto ancora Renzi - hai voglia finalmente di cambiare o vuoi continuare con la stessa solfa, la stessa musica che va avanti da anni?. Vogliamo semplificare il Paese - ha spiegato - Il mio e' un appello con il cuore in mano, un appello alla partecipazione". "L'Italia e' un Paese straordinario, abbiamo bisogno di toglierle un po' di polvere di dosso. Vorrei che questo referendum ci aiuti a capire che non siamo dei codici fiscali, ma dei cittadini". Un'occasione per cambiare finalmente il Paese: "Non vi ho mai promesso che sarebbe stato facile - ha concluso Renzi - ma che sarebbe stato entusiasmante: andiamo a cambiare l'Italia, perche' basta un Si'".

"Nella riforma che andiamo a votare ci sara' sia il referendum propositivo che l'obbligo per il Parlamento se i cittadini raccolgono le firme di discutere di quella legge, che oggi non e' previsto": ha ricordato il premier, spiegando che la riforma costituzionale contiene anche le richieste avanzate in tempi non sospetti da Beppe Grillo. "Sapete chi ha detto queste parole nel 2012 in Emilia Romagna? Bersani, no, Errani, no, Epifani, no - ha ironizzato- le ha dette, e io le condivido, un signore che si chiama Beppe Grillo e che oggi si e' dimenticato di averle pronunciate e che dice che questa riforma e' la negazione della democrazia".

"La riforma del 2001 e' stata proposta dal governo ed e' passata per pochi voti: il primo firmatario era D'Alema. Quindi o valgono le stesse regole sempre o la gente pensa che siamo dei pagliacci", ha sottolineato il presidente del Consiglio, spiegando che "a D'Alema vogliamo anche bene" ma oggi dice "che non si puo' approvare questa riforma perche' e' passata con pochi voti di differenza e su proposta del governo". (AGI)