di Andrea Cauti
Roma - Appelli, indicazioni di voto, "endorsement" più o meno espliciti: tra intellettuali, artisti e manager italiane si vanno delineando gli schieramenti in vista del referendum costituzionale che sta spaccando l'Italia. Si parte dalla dichiarazione di voto che ha fatto più rumore, quella di Roberto Benigni, che un po' a sorpresa ha dichiarato di essere favorevole alla riforma. Di più: ha detto che "se vince il no è peggio del Brexit". Una presa di posizione contestata da tanti colleghi e soprattutto dal premio Nobel, Dario Fo, scomparso il 13 ottobre, che lo aveva addirittura accusato di "tradire se stesso".
IL FRONTE DEL SI'
Il Sì di Benigni al referendum del 4 dicembre è nettamente minoritario nel mondo dello spettacolo, anche se non isolato. D'accordo con il comico toscano, premio Oscar 1999, ci sono l'attrice Stefania Sandrelli - tra i testimonial della campagna "Basta un Sì" - la regista Liliana Cavani, lo scrittore e regista Federico Moccia. Diversi anche gli intellettuali schierati per il Si': dalla scrittrice Susanna Tamaro ai filosofi Umberto Galimberti e Angelo Bolaffi, dallo psicanalista Paolo Crepet agli storici Giuseppe Galasso e Lucio Villari, dal genetista Edoardo Boncinelli allo storico dell'arte Andrea Carandini, dall'esperto di media e comunicazione Mario Morcellini al giornalista e scrittore Riccardo Chiaberge, direttore scientifico dell'Enciclopedia Treccani.
Votano Sì anche i grandi industriali e i top manager: dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all'ad di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, dall'ad di Finmeccanica Mauro Moretti, all'ad di Fca, Sergio Marchionne e di Eni, Claudio Descalzi, secondo il quale "è logico pensare che abbiamo bisogno di snellire il nostro sistema".
IL FRONTE DEL NO
Il fronte del No, invece, lo presidia in forze il mondo dello spettacolo. Già a marzo diversi artisti avevano firmato un appello contro la riforma Boschi. Tra i nomi eccellenti quelli degli attori Toni Servillo, Leo Gullotta e Monica Guerritore, della cantante Fiorella Mannoia e dell'attore e drammaturgo Moni Ovadia. Per il No, comunque, si sono espressi in seguito molti altri artisti: dal comico Maurizio Crozza ai registi Citto Maselli, Giuliano Montalto e Roberto Faenza, dalle attrici e conduttrici Rosita Celentano, Alba Parietti e Rossella Brescia al consigliere Rai ed ex direttore di Rai 2, Carlo Freccero, agli attori Ottavia Piccolo, Carlo Gioè e Daniela Poggi.
Anche lo schieramento degli intellettuali contrari alla riforma costituzionale è nutrito e variegato. Si va dall'immunologo Fernando Aiuti al filosofo Gianni Vattimo, dal matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi ai giornalisti e volti noti televisivi Andrea Scanzi e Marco Travaglio, dal costituzionalista Gustavo Zagrebelsky all'archeologo Salvatore Settis, dagli storici Paul Ginsborg e Nicola Tranfaglia al filologo Luciano Canfora, all'avvocato matrimonialista Anna Bernardini De Pace.
IL FRONTE DEL NI'
Ci sono anche coloro che preferiscono non schierarsi, come l'ad di Enel, Francesco Starace, che ha spiegato di voler approfondire il tema per "decidere sul merito" tre giorni prima del voto.
"Voto Forse", ha annunciato Fiorello, "in Italia non puoi esprimere serenamente il tuo parere: se dici come voti vieni lapidato come è successo a Benigni, se non lo dici sei un qualunquista. Allora perché dovrei schierarmi?". (AGI)