A una settimana dalle primarie, deflagra lo scontro tra Zingaretti e Martina

Il governatore del Lazio evoca l'ex ministro come protagonista di una "stagione che ci ha portato alla sconfitta del 4 marzo". Per Martina è una logica che "mette il partito a rischio". I candidati alla segreteria continuano inoltre a essere divisi dal tema delle alleanze

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A una settimana dall'appuntamento ai gazebo, è scontro tra i candidati alla guida del Partito democratico. A infiammare il dibattito ci pensa Nicola Zingaretti che, intervistato a Sky Tg24, risponde a una domanda sulla possibile alleanza tra i candidati Roberto Giachetti e Maurizio Martina per fermarne la corsa. "Non so se sono alleati contro di me, penso di no", ha esordito, conciliante, Zingaretti. Salvo poi affondare il colpo: "Sono stati due protagonisti di primissima linea di una stagione che ci ha portato alla sconfitta del 4 marzo. Il Pd deve voltare pagina, non voglio abiure, ma dobbiamo cambiare passo, mettere in campo un nuovo gruppo dirigente".

L'ira di Martina: "Ingiusto e ingeneroso"

Parole che provocano le ire di Maurizio Martina che, da Padova, risponde con la stessa durezza: "Dovessi guardare a questi anni, domanderei a tanti che ora fanno gli alternativi dove sono stati. Io non rinnego questi anni d'impegno, chi lo fa non ha argomenti. Non si può dire che abbiamo alle spalle solo stagioni di sconfitte. È ingiusto e ingeneroso". Ma Martina arriva a mettere in discussione la sopravvivenza stessa del Partito Democratico. Il candidato sostenuto da parte dell'area di Matteo Renzi spiega infatti che "se prevale ancora la logica del nemico-amico il Pd è a rischio. Noi siamo la squadra più forte per tenere insieme pluralità e unità del nostro impegno. Bisogna davvero salvare il Pd per dare una speranza al paese contro questa destra".

Sulle parole di Nicola Zingaretti interviene anche Lorenzo Guerini, esponente di spicco della mozione Martina: "Senza polemica ma è davvero difficile capire le affermazioni di Zingaretti di oggi visto che è sostenuto da un numero più che significativo di ministri dei governi del Pd. Prima si capisce che i nostri veri avversari sono Salvini e Di Maio prima si dà una mano concreta al Pd e all'Italia. O si vuole continuare nel solito vizio delle divisioni interne?". Un attacco, quello di Zingaretti, che ha oscurato le parole di "vicinanza e solidarietà" rivolte a Matteo Renzi per la vicenda che vede coinvolti i genitori dell'ex presidente del Consiglio.

"La vicenda che ha colpito Matteo Renzi ha bisogno di solidarietà e vicinanza personale. I suoi genitori non vanno sottoposti a una lapidazione mediatica. L'accusa non è una condanna, questo elemento di civiltà non la dobbiamo mai abbandonare", ha ammonito il governatore: "Io non credo alla teoria del complotto, ma dico che ora c'è un processo, bisogna denunciare le strumentalizzazioni e permettere alla giustizia di fare il suo corso. Ma questo non deve significare dare un giudizio morale o etico che sbatta il mostro in prima pagina".

Con chi alle Europee?

Intanto, a tenere banco nel Pd e non solo, è lo schema delle alleanze per le elezioni europee con i tre candidati che si trovano d'accordo sulla necessità di dare vita a un listone che metta insieme le forze anti sovraniste e anti populiste. "Sulla lista unica credo che ormai siamo tutti d'accordo. Io credo che noi dobbiamo costruire una grande lista aperta alla società. All'inizio avevo messo in discussione anche il simbolo, mi hanno detto di no, ma va bene", spiega Zingaretti.

Chiarezza sul 'contenitore', dunque, un po' meno sul 'contenuto': Martina e Giachetti sono contrari al dialogo con la 'sinistra-sinistra' incarnata da esponenti usciti dal Pd e confluiti, ad esempio, in Leu. Zingaretti, al contrario, non ha mai escluso questa possibilità. Ma si tratta di un tema che sarà affrontato dopo le primarie del 3 marzo. nell'attesa, il governatore del Lazio prepara l'incontro di oggi a Roma con Giuliano Pisapia, durante l'incontro dal titolo più che paradigmatico "A sinistra la piazza grande", con riferimento a 'Piazza Grande', mozione congressuale dello stesso Zingaretti. 



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