È sempre meno scontato che Zingaretti conquisti la guida del Pd
Nella sfida tra il presidente del Lazio e Martina, prende sempre più quota il "terzo incomodo" Roberto Giachetti, che potrebbe avere un peso imprevisto sul finale di partita. Il governatore deve inoltre difendersi dalle accuse di lavorare a un accordo nazionale con il M5s

Tensione alle stelle nel Partito Democratico, dove i primissimi dati del congresso dei circoli stanno generando sospetti e scontri aperti. Nicola Zingaretti con il 46,3% rimane in testa con un buon margine sul diretto inseguitore, Maurizio Martina, 35,3%. Ma, a sorpresa, è Roberto Giachetti (12,3%) a prendere quota in alcune regioni come Piemonte e Toscana. Un dato che materializza davanti agli occhi dei sostenitori del governatore del Lazio lo spettro di una brutta sorpresa. La paura è che, se la situazione dovesse rimanere quella fotografata dai primi dati, il nuovo segretario Pd debba venire scelto in Assemblea, e qui i due diretti inseguitori, sostenuti dalle due 'anime' in cui si sono divisi i renziani dopo il passo indietro di Minniti, potrebbero unire le forze per scalzare il candidato con piu' voti: Zingaretti, appunto.
La questione del doppio incarico
L'accordo informale che si sarebbe raggiunto all'inizio del congresso vorrebbe che a diventare segretario, con il consenso dei diretti competitor, sia comunque quello con più voti. Ma, dato il clima che si va instaurando dentro il partito, nessuno sente di poter mettere la mano sul fuoco. Ieri, poi, Martina ha attaccato direttamente Zingaretti chiedendo chiarezza sul doppio incarico segretario-presidente di Regione. Zingaretti non ha risposto e così gli esponenti a lui vicini. Ma tra deputati e senatori si scuote la testa: "Vorrebbero consegnare il Lazio a Salvini?", si osserva davanti alle agenzie che riportano l'affondo dell'ex segretario dem.
Il 'caso Costa'
E nemmeno l'incidente dell'ente Parco del Circeo a Palazzo Madama è rimasto immune dai sospetti dem. Il ministro dell'ambiente Sergio Costa sul caso si dice tranquillo in virtù di un accordo con lo stesso Zingaretti. "Ecco, è la prova che Nicola lavora ad un accordo nazionale con il M5s", si affrettano a dire esponenti Pd che sostengono la corsa di Martina visto che due esponenti dem vicini a Zingaretti si sono astenuti alla votazione.
L'accordo di cui parla Costa, tuttavia, è con il presidente della Regione e non con il candidato segretario. Il parere del governatore, infatti, è obbligatorio (anche se non vincolante) nel caso di nomina del presidente di un parco regionale.
A chiudere il quadro ci sono infine i numeri. O, meglio, non ci sono: perché ierii la Commissione congresso avrebbe dovuto presentare i primi dati ufficiali delle votazioni nei circoli. Appuntamento rimandato a sabato quando si voterà nelle grandi città: troppo parziali e inaffidabili, viene spiegato dal Nazareno, i dati finora pervenuti.
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