Pd, sinistra dem a Renzi "cambiare rotta"
Roma - Nessuna 'contro-Leopolda', ne' tantomeno la nascita di un 'correntone' interno al partito. Esclusa ogni ipotesi di scissione. Ma la Sinistra Pd intende dare una scossa al partito e alla sua classe dirigente, perche' la certezza e' che "serve cambiare rotta". La linea l'ha dettata sin dall'inizio Roberto Speranza, nel suo lungo intervento ad apertura dell'iniziativa della Sinistra Pd. In un teatro pieno, i leader della Sinistra interna provano a ricompattarsi e a indicare la strada a Renzi, chiarendo che il Pd non puo' prescindere dal centrosinistra e, quindi, nessun partito della nazione perche' "la destra resta il nemico". Schierati tutti i big della Sinistra Pd, da Bersani a Cuperlo, da Speranza a Sergio Lo Giudice. Unico rappresentante della maggioranza del partito e del vertice Pd, il vicesegretario Lorenzo Guerini. A lui Speranza ha riconosciuto di fare "un lavoro di tessitura non facile".
"Il centrosinistra non si costruisce con il centrodestra", ha avvertito Speranza, "il Nuovo centrodestra e' un partito che rispettiamo, in questi mesi ha svolto un ruolo importante in una fase di emergenza, ma la prospettiva politica del Pd e' un'altra: noi siamo il centrosinistra e loro sono il centrodestra e sbaglia chi pensa che non ci siano piu' differenze tra destra e sinistra, sono due cose diverse ed e' un errore mortale confonderle".
Pd "megafono" di Palazzo Chigi - "In questi mesi il Pd ha fatto solo il megafono di Palazzo Chigi: ma cosi' il Pd non serve, lo dico a Matteo Renzi, il Pd cosi' non serve neanche a te perche' di partiti personali nel Paese ne esistono gia' abbastanza, noi siamo un'altra cosa, la leadership serve ma non basta", sottolinea Speranza. "Oggi non nasce un 'correntone', non servirebbe e non lo vogliamo e poi e' anche una brutta parola. Noi siamo dentro al Pd e dentro al Pd vogliamo affermare il nostro punto di vista alternativo". Rivolgendosi a Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice, gli altri due esponenti promotori dell'iniziativa, Speranza ha esortato a finirla con le divisioni, ma anche a smetterla di stare "troppo chiusi in Parlamento in una logica emendativa che non ha portato risultati. Bisogna ripartire necessariamente dai territori".
Crack banche, in galera chi ha distrutto vita famiglie - "Servono regole piu' chiare e controlli piu' rigidi", avendo come "faro la tutela dei cittadini e dei risparmiatori". Quindi, "va bene una riforma organica" del sistema bancario, "ma intanto si accerti la responsabilita' di chi ha sbagliato con il massimo rigore e la massima severita' e chi ha distrutto la vita di intere famiglie deve andare in galere in un Paese civile", ha aggiunto Speranza, in merito alla vicenda delle banche 'salvate' dal governo e delle mosse che bisognerebbe mettere in campo. (
Invertire la rotta, riparire dallo spirito dell'Ulivo - "Su molte questioni e' indispensabile invertire la rotta perche' c'e' il rischio di una rottura profonda con un pezzo significativo del nostro mondo: l'orizzonte strategico resta il centrosinistra, per questo la lettera dei tre sindaci va sicuramente nella direzione giusta", ha sottolineato ancora Speranza "Troppo spesso il Pd ha dato la sensazione di credere nell'autosufficienza e questo non va bene, non va bene mostrarsi col petto in fuori spazzando via tutto o al massimo inglobando il resto: e' un'idea sbagliata e pericolosa", la stessa che e' alla base della legge elettorale, "un'idea che se non aggiustiamo potremmo pagare ad altissimo prezzo a partire dalle amministrative". Insomma, dalla sinistra Pd arriva un no netto al partito della nazione e un invito forte a ripartire "dallo spirito dell'Ulivo". La proposta e' anche quella di un "utilizzo intelligente delle primarie che possano essere un antidoto al partito della nazione". "E' arrivato il tempo per stilare un primo bilancio" che deve prendere il via dalla realta' che si vive nei territori, dove "il Pd e' piu' debole". Speranza non ha lesinato dure critiche alla gestione attuale del partito, che "sembra sempre piu' una semplice sommatoria di comitati e di potentati elettorali. Le porte girevoli del trasformismo si sono spalancate, altro che rottamazione". (AGI)
(12 dicembre 2015)