Roma - "Facciamo sei mesi a testa bassa, anzi a testa alta". Così Matteo Renzi ai parlamentari del Pd. "Non parlo di una tregua interna sulle polemiche ma lavoriamo sul territorio, io parlerò al Paese, farò solo questo", ha aggiunto. "Dobbiamo avere un atteggiamento in cui giochiamo all'attacco. In ogni piazza e in ogni citta' raccontiamo cosa facciamo in Europa e in Italia", ha osservato.
"L'Italia che dice sì", o uno slogan dello stesso tenore, sarà il sottotitolo delle Feste dell'Unità. Una proposta lanciata dal segretario regionale dell'Emilia Romagna, Paolo Calvano, nell'ultima direzione del partito e che oggi il segretario Renzi, ha fatta sua davanti ai segretari locali, in un confronto al Nazareno. Chi era presente alla riunione ha riferito che il segretario ha motivato tutti in vista dell'appuntamento referendario di metà ottobre: il trampolino di lancio, ha sottolineato il premier, per arrivare nel migliore dei modi agli importanti appuntamenti internazionali del 2017, a cominciare dal G7 che si terrà in Italia. Oltre a questo, Renzi ha anche invitato il partito a stare insieme in questa sfida, a non dividersi. Ad ogni segretario e' stato consegnato una cartellina contenente i moduli per la raccolta delle firme. Sabato è prevista la presentazione dei comitati per il sì in tutta Italia. Il segretario sarà presente a Bergamo e ha già annunciato, durante le Rimini di queste ore, l'intenzione di formare un comitato con i suoi ex compagni di scuola.
"Quello che serve è una ripresa di consapevolezza del nostro ruolo" ha detto Renzi ai parlamentari del Pd. L'invito del premier è quello a credere "che abbiamo fatto in questi due anni abbia un senso, con una scommessa di ripartenza del nostro Paese, partendo dall'impegno di ciascuno di noi", spiega il presidente del Consiglio. "Dobbiamo essere orgogliosi", dice Renzi, "ma c'è un atteggiamento talvolta perplesso rispetto alla realtà. Ecco perché chiedo di andare a giocare all'attacco e non di rimessa o di catenaccio".
"Smettiamo di farci le pulci tra di noi, la nostra gente ne sarà grata". Il Movimento 5 stelle? "E' la democrazia dell'erede e non della Rete, hanno un meccanismo in cui non si sa chi espelle chi, altro che casta. Inizino a rinunciare all'immunità" sottolinea il presidente del consiglio. "Stanno dicendo di no alla democrazia nei partiti, e noi ci facciamo dare lezione di trasparenza da chi non si sa come decide? Da chi ha il simbolo nelle mani di Beppe Grillo e di Casaleggio?", si chiede il segretario dem. "sono il partito che più di altri rappresentano il familismo, se vogliono mi possono querelare. Io voglio vedere un atteggiamento meno remissivo, noi abbiamo una comunità", dice il premier rivolgendosi al suo partito. (AGI)