Conte chiede coesione sul Mes. Minaccia di Iv sul Recovery

Conte chiede coesione sul Mes. Minaccia di Iv sul Recovery

Il premier a Montecitorio: sul fondo Salva-Stati responsabilità resta alle Camere. Sei deputati M5s annunciano voto in dissenso. Bonetti: io e Bellanova pronta alle dimissioni se non salta la task force

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Alessandro Serrano' / AGF - Giuseppe Conte

AGI - "Resta nella piena responsabilità delle Camere, attraverso una procedura parlamentare di ratifica la scelta definitiva, sull'adesione dell'Italia al nuovo trattato Mes": lo ha assicurato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, riferendo alla Camera in vista del Consiglio europeo, con la promessa che l'Italia avanzerà una proposta per inserire il fondo Salva-Stati nella nuova architettura dell'Ue. "Il governo ha bisogno anche della massima coesione delle forze di maggioranza per continuare a battersi in Ue", ha sottolineato il premier alludendo alle polemiche interne alla maggioranza, "il confronto dialettico è segno di vitalità e ricchezza ma è senz'altro salutare che sia fatto con spirito costruttivo e che non ci distragga dagli obiettivi". Ma se sul fondo Salva-Stati si profila un ricompattamento, sul Recovery si rischia lo strappo di Italia viva che minaccia di ritirare i ministri se non sarà ritirata la norma sulla task force. 

"Com'è noto la riforma del Mes conteneva il backstop che è obiettivo cardine per il nostro Paese. Grazie al contributo italiano l'Eurogruppo ha trovato un'intesa per introdurlo con due anni di anticipo", ha sottolineato il premier.

"Con il Movimento 5 Stelle al governo il Mes non sarà mai attivato", ha assicurato il deputato M5S Filippo Scerra, nell'intervento in aula alla Camera. Ma sei deputati M5S pentastellati hanno annunciato un intervento in aula a titolo personale, in dissenso dal proprio gruppo. Si tratta di Andrea Colletti, Fabio Berardini, Francesco Forciniti, Pino Cabras, Alvise Maniero e Mara Lapia.

Quanto al Recovery plan, Conte ha avvertito che "i cittadini dei 27 Paesi non perdonerebbero un segnale che contraddica" quella che è stata una svolta "irreversibile delle politiche dell' Ue".Quindi ha indicato la necessita di "superare i veti ungheresi e polacco". "Sosteniamo gli sforzi della presidenza tedesca per una soluzione rapida dello stallo", ha aggiunto.

Iv apre sul Mes ma lancia avvertimento sul Recovery

Italia viva, alla luce delle parole di Conte, ha accettato di firmare la risoluzione di maggioranza sulla riforma del Mes. Il centrodestra, da parte sua, ha messo a punto una mozione unitaria sulle comunicazioni del premierr per esprimere il no unitario alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. 

Sul Recovery è arrivato l'altolà di Italia viva a Conte: "Se non si ritira la task force, io e la ministra Bellanova siamo pronte alle dimissioni ", ha avvertito la ministra per le Pari opportunità , Elena Bonetti, dai microfoni di Radio Capital. "Per essere al servizio dell'Italia - aggiunge l'esponente di Italia viva - serve collaborazione per progetti concreti di rilancio. Ma serve farlo con il governo. Io ho giurato sulla Costituzione italiana, che prevede un processo democratico che deve essere tutelato. Nel momento in cui non fossi messa nelle condizioni di rispettare questo giuramento, anche per coscienza personale, si - conferma - sarei pronta anche a dimettermi ".

"Il Recovery plan - osserva ancora - definirà la vita degli italiani per i prossimi 30 anni ed è al Parlamento che il governo deve rendere conto. Non può essere in mano al governo".

Anche i dem con Graziano Delrio hanno chiesto al premier di non esautorare Camere e Regioni: "Sulla governance del Recovery plan cercate di trovare una sintesi, lo dico con serenità", ha affermato nel suo intervento, "noi non siamo partigiani, le chiediamo che ci sia pieno coinvolgimento del Paese sui progetti, vogliamo che il Paese discuta in maniera fondamentale, profonda, vogliamo che lei discuta a Palazzo Chigi con sindacati,Imprese, Comuni, perché l'importante è non esautorare Comuni, Regioni, il Parlamento, perche' e' qui che si esprime la volonta' popolare".