"Abbiamo fatto tutto quello che si poteva per contribuire a grandi risultati: il centrodestra governa in 15 regioni su 20, abbiamo vinto due collegi delle suppletive e uno con un nostro candidato. Contro tutto e tutti". Giorgia Meloni, presidente e leader di Fratelli d'Italia non è affatto delusa per l'esito del voto delle Regionali e in un'intervista al Corriere della Sera fa i suoi calcoli: "Abbiamo vinto in una regione roccaforte della sinistra grazie alla guida di Fratelli d'Italia e al centrodestra, una regione mai governata da noi, un risultato impensabile fino a pochi mesi fa. FdI è l'unico partito che è cresciuto in tutte le regioni al voto: siamo passati dal 6% al 19% nelle Marche, in Liguria raddoppiamo, in Toscana siamo al 14% dal 5%, in Puglia noi più la lista Fitto siamo al 20%".
Quanto al desiderio di spallata al governo Conte dice: "Io credo che sia stata fatta una narrazione fuori dalla realtà. In queste elezioni, su sei regioni al voto, quattro vedevano la ricandidatura di governatori uscenti. E tutti e quattro, anche per quello che è stato il fenomeno della gestione dell'emergenza Covid, sono stati riconfermati".
Sempre sul governo, se esca dal voto più o meno rafforzato, Meloni dichiara: "Niente affatto! La maggioranza ha perso un'altra Regione, il M5S si sta riducendo ai minimi termini, il loro vantaggio anche dove hanno vinto è sempre più ridotto. La sinistra ha giocato sulla paura di perdere la Toscana come aveva fatto con l'Emilia-Romagna per far passare come una vittoria l'essersi riconfermata in territori per loro roccaforti storiche. Un giochetto che dura poco pero'".
Infine un giudizio sul Referendum: "Che al referendum abbia vinto il Sì ci rende soddisfatti, ma non si azzardino nel M5S a politicizzare a loro vantaggio questo voto" per poi sottolineare sulla legge elettorale: "La nostra proposta è facile e di rapida approvazione: non si devono ridisegnare tutti i collegi elettorali, operazione per la quale servirebbe molto tempo che loro vorrebbero guadagnare. Basta mantenere gli attuali collegi e diminuire la quota proporzionale sulla base dei nuovi numeri, come da nostra proposta depositata.
In pratica, cambierebbe la proporzione tra eletti con il maggioritario ed eletti con il proporzionale a favore dei primi: ci si mette poco e non si stravolge il sistema in senso antistorico". Per poi concludere: "Questo voto ha reso ancora più chiaro che il sistema sta tornando ad uno schema bipolare, con il M5S sempre più debole, destinato a perdere ogni ruolo. Una specie di lista civetta del Pd".