Le tensioni registrate nella maggioranza subito dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte potrebbero cambiare repentinamente lo scenario politico e di governo: se prima della conferenza di domenica il governo sembrava destinato a durare almeno fino all'autunno, ora sembra prendere piede un'altra opzione. L'AGI ha interpellato, a questo proposito, il professor Lorenzo Castellani, analista politico della LUISS School of Government, che con un gruppo di colleghi ha realizzato lo studio MyReport. "Il report rientra nelle analisi che facciamo e che sono rivolte per lo più ai mercati e agli operatori finanziari: vogliamo fornire un quadro e degli scenari aggiornati mese per mese", spiega Castellani.
"Da questo report, in particolare, emergono tre possibili scenari. Il primo, che chiamiamo di 'base line', è anche quello al momento più probabile. Esso suppone che il governo Conte vada avanti, in virtù di un calendario molto cadenzato di fasi successive di riaperture, almeno fino a giugno. Il secondo scenario", continua Castellani, "prevede che nel giro di poche settimane la situazione politica e sociale si deteriori al punto da richiedere il passo indietro di Giuseppe Conte e la formazione di un governo meno politico. Il terzo scenario, che è anche il meno probabile, considera la possibilità che si inneschi una crisi tanto severa da portare a un governo di unità nazionale. Questo è uno scenario che, al momento, appare distante perché vediamo che gli interessi dei partiti sono molto divergenti: Giorgia Meloni e Matteo Salvini non parlano più di governo di unità nazionale e dal Quirinale non arrivano input in questo senso. Tutto ciò, tuttavia, non significa che questo terzo scenario non possa in alcun modo realizzarsi".
I sussulti in seno alla maggioranza, infatti, consigliano di non escludere nulla dal novero delle possibilità: "Vediamo da domenica, dalla conferenza stampa del presidente del Consiglio, che i toni all'interno della maggioranza, e ancora di più nelle opposizioni, si sono fatti più critici", spiega ancora il professor Castellani.
Dunque, se il primo degli scenari era fino a domenica il più probabile, ora è il secondo a prendere quota: "Guardiamo ad alcuni segnali: Forza Italia ha aperto al Mes e sembra dialogare sempre di più con Matteo Renzi. Potrebbero realizzarsi le condizioni per fare andare avanti la legislatura dopo una 'scomunica' di Conte e la sua sostituzione con un governo più tecnico.
Le tensioni stanno aumentando e, se Conte potrà fare leva sull'emergenza fino al primo giugno, dopo quella data potremmo assistere a una escalation e alla fine del Conte 2". Da escludere, invece, la fine della legislatura che, per il docente della Luiss, "andraàavanti almeno fino al 2021. Quello a cui assisteremo, dopo un mese o un mese e mezzo di sempre maggiori tensioni, sarà una soluzione di tipo parlamentare".
Ma quale sarebbe lo scenario migliore per l'Italia e i mercati finanziari e per il Paese? "Molto dipende da quale tipo di programma il governo, quello attuale o quello che verrà, presenterà. Se dovesse perpetrarsi lo status quo di un governo Conte 2 nato solo per fermare Salvini, non sarebbe un buon segno per i mercati e gli operatori finanziari. Al contrario, un programma che puntasse a rimuovere reddito di cittadinanza e Quota 100 per puntare alla rimodulazione fiscale per chi produce avrebbe un effetto positivo sui mercati. In ogni caso, potrebbe già essere troppo tardi".