La stretta resta e non è ancora possibile determinare se dopo il 13 aprile si potrà allentare la morsa. Giuseppe Conte ha firmato il Dpcm che proroga le norme anti-coronavirus, ha chiesto il rispetto delle regole ("c'è una sparuta minoranza che è irresponsabile"), chiarito che non è stata autorizzato alcun passeggio con i bambini (ma un genitore potrà farsi accompagnare da un minore quando va a fare la spesa, da qui le proteste di Forza Italia e degli altri partiti del centrodestra) e spiegato che la fase 2, quella della "convivenza con il virus", e la fase 3, "della ricostruzione", arriveranno solo quando ci sarà l'ok degli scienziati.
Insomma l'obiettivo è tenere "alta la guardia" altrimenti "pagheremmo costi altissimi". Il premier sta giocando la sua (anche personale) partita contro "il nemico invisibile" su più tavoli. C'è il tavolo con le opposizioni, quello con la propria maggioranza e soprattutto quello in sede Ue.
Sarà pur vero come dice il vicepresidente di Forza Italia, Tajani, che non è stata fornita la cifra che verrà stanziata con il decreto legge di aprile, e quale sarà il nuovo scostamento del deficit, ma i leader dell'opposizione ricevuti nella mattina di mercoledì a palazzo Chigi hanno notato un cambiamento di strategia da parte del premier, una consapevolezza maggiore sulla necessità di condividere il percorso dell'emergenza.
"Noi - spiega un esponente del centrodestra che ha partecipato all'incontro - gli abbiamo detto chiaramente che non basta accogliere un paio di emendamenti. Deve esserci un tavolo parallelo. Altrimenti non può supportare tutto il peso, soprattutto quando occorrerà ricostruire".
Insomma l'invito è stato quello della condivisione netta: "Se non c'è una vera apertura - dice la stessa fonte - superata la fase dell'emergenza verrà di sicuro Mario Draghi. Ormai non si può andare a votare e così scompaiono i responsabili al Senato. O tratta sul serio oppure è destinato a cadere".
Conte in un'intervista ha fatto sapere di non essere interessato a scenari o alla poltrona ma ha aperto ad un confronto più serrato con le opposizioni. "L'importante - osserva un altro 'big' del centrodestra - è che dica anche ai suoi di smetterla di attaccarci. Non siamo noi a soffiare sul malcontento". Chi era presente alla riunione riferisce che il presidente del Consiglio non abbia nascosto alcuni dissidi interni nella maggioranza, soprattutto con Iv.
In ogni caso l'interlocuzione con Lega, Fdi, Fi e Noi con l'Italia prosegue e giovedì ci sarà un nuovo incontro della cabina di regia. Così come continua anche la trattativa tra i rosso-gialli. Perchè ogni partito della maggioranza ha avanzato delle richiesta sia sul decreto che venerdì darà liquidità alle imprese, sia nel decreto di aprile che sarà superiore ai 30 miliardi.
Conte si sta confrontando continuamente con i capi delegazione su ogni passaggio. Ma la partita più importante per il presidente del Consiglio si gioca in Europa. Conte nell'ultimo Consiglio europeo ha avuto un duro confronto con Angela Merkel ma ora si spera in un ravvicinamento con Berlino: "Il vento sta cambiando. Non possono esserci veti a priori. Se siamo Unione è il momento di dimostrarlo", dice paragonando questa fase storica a quella sulla caduta del Muro.
Il premier, sempre mercoledì, ha sentito anche il presidente della Commissione Ue, von Der Leyen, e considera "un passo significativo" il piano Ue da 100 miliardi contro la disoccupazione ma ora si aspetta altri impegni concreti in vista dell'Eurogruppo del 7 aprile.
Si aggira sempre il fantasma del Mes: "Sono stato chiaro con gli omologhi europei, lo considero uno strumento inadeguato per far fronte a questa emergenza. è uno strumento per shock asimmetrici, noi stiamo attraversando uno tsunami epocale", la premessa. Poi l'apertura: "Se verrà snaturato e posto nell'ambito di un ampio pacchetto di ventagli, senza condizionalità preventive può essere uno strumento tra gli altri da elaborare".