Mattarella e la politica estera: non basta un tweet, servono analisi e dialogo

Dai rapporti con la Russia, agli appuntamenti con l'Unione europea, il G7 e il Consiglio di sicurezza dell'Onu. Tutti gli impegni in campo

Mattarella e la politica estera: non basta un tweet, servono analisi e dialogo
Sergio Mattarella (afp) 

Roma - Il 2017 non sarà un anno facile. E' tempo di bilanci e di pronostici e Sergio Mattarella, in attesa di fare gli auguri agli italiani nel discorso di Capodanno, anticipa un beve rendiconto ma soprattutto una previsione per l'anno venturo, per gli impegni che attendono l'Italia sul piano politico ma soprattutto delimita i confini della politica estera del nostro Paese alla vigilia di mesi che potrebbero essere cruciali. E spiega che l'avvento dei social media ah ampliato le conoscenze di ognuno in politica estera, ma senza analisi, riflessione e dialogo, la massa di notizie ci fa vivere in un "eterno presente" che non garantisce maggiore comprensione.

Alle prese con una crisi politica mentre il mondo brucia

Mentre in Siria si consumano le ultime settimane di un dramma umanitario durato quattro anni, nel Mediterraneo proseguono gli sbarchi, il terrorismo rialza la testa, in modi tragicamente diversi, a Berlino e ad Ankara, il nostro Paese è alle prese con una crisi politica, proprio mentre, per il Capo dello Stato, servirebbe "responsabilità". Superata la crisi di governo, resta uno scontro aperto tra le forze politiche, con visioni diametralmente opposte anche sulla politica estera, e una pulsione generalizzata al voto anticipato.

Sergio Mattarella ha più volte ricordato, l'ultima volta lunedì 19 dicembre davanti agli ambasciatori riuniti al Quirinale, che l'Italia nel 2017 ospiterà a marzo la cerimonia per i  60 anni dei Trattati di Roma, un momento che dovrà essere di "verifica", una sorta di 'tagliando' per l'Unione europea scossa dalla Brexit e paralizzata dal braccio di ferro tra falchi e colombe sui conti pubblici e sui migranti.

Dal G7 all Consiglio di sicurezza dell'Onu, gli impegni del 2017 

Dal primo gennaio del prossimo anno, l'Italia si preparerà a ospitare il vertice del G7 di fine maggio a Taormina. E per tutto l'anno sarà membro del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Ruoli che, ritiene Mattarella, non possono essere interpretati in modo tentennante. Serve, o almeno servirebbero, spalle larghe e idee chiare. E quindi di certo una campagna elettorale, con le sue fibrillazioni, non aiuterebbe, e tantomeno aiuterebbe dopo le elezioni avere una situazione di ingovernabilità.

Per questo ha fatto chiaramente capire che serve una legge elettorale che non crei maggioranze diverse tra Camera e Senato. Ma soprattutto il presidente della Repubblica, che rappresenta anche all'estero l'unita' del Paese, non vuole scossoni nella politica estera. Per questo da giorni ricorda e ripete che i due pilastri della nostra storia dal dopoguerra a oggi sono la Ue e la Nato. L'integrazione europea, da rivedere ma solo rafforzandola, e l'alleanza atlantica da declinare ora con la nuova amministrazione di Trump.

Sì al rapporto con Mosca, ma con cautela

Ben venga dunque il rapporto tra Italia e Russia, Paesi che anche durante la crisi delle sanzioni hanno mantenuto un forte canale di dialogo. Ma Ue e Nato restano l'alveo naturale, radici dalle quali non ci si può staccare. Attenzione dunque a ipotizzare una uscita dall'euro, come a volte propongono M5s e Lega, e attenti anche ad allacciare nuove alleanze che potrebbero squilibrare i tradizionali rapporti italiani. Insomma, se e quando si celebreranno le elezioni, ha fatto capire il Capo dello Stato, al di là della dialettica politica e della propaganda preelettorale, i paletti della nostra storia restano immutati: gli scenari di crisi richiedono non solo conoscennza dei problemi, ampliata dai nuovi edia, ma uno sforzo di responsabilita', mediazione e dialogo ha detto Mattarella, che non si possono improvvisare e per cui serve una profonda conoscenza della realtà. Insomma, pare dire Mattarella, la politica estera non si decide con un tweeet.