A che punto è il tira e molla sulla manovra
Si stanno definendo le linee generali della legge di Bilancio che dovrebbe essere di circa 28-30 miliardi di euro equamente distribuiti tra le due forze di governo: 8-10 miliardi in capo alla Lega, altrettanti al M5s, il resto per evitare l'aumento dell'Iva dal prossimo anno

Il tira e molla sulla manovra prosegue ed entra più nel vivo con l'avvicinarsi del 27 settembre data entro la quale dovrà essere presentata la nota di aggiornamento del Def con i numeri e gli obiettivi di finanza pubblica e in vista del 20 ottobre data in cui la legge di bilancio dovrà essere presentata al Parlamento.
Alla ripresa dei lavori un vertice di maggioranza, dopo le tensioni della settimana scorsa tra gli esponenti del M5S e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, attende il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e lo stesso ministro dell'Economia.
Tria dovrà frenare le velleità di spesa dei due vicepremier per consegnare a Bruxelles un deficit che non vada oltre l'1,6%. Si stanno definendo le linee generali della legge di Bilancio che dovrebbe essere di circa 28-30 miliardi di euro equamente distribuiti tra le due forze di governo: 8-10 miliardi in capo alla Lega, altrettanti al M5s, il resto per evitare l'aumento dell'Iva dal prossimo anno.
Il piano per la flat tax
Le proposte della Lega puntano alla flat tax, limitata almeno inizialmente, alle partite Iva con il taglio dell'Irpef che scatterà dal 2020 con tre aliquote, come affermato ieri dal sottosegretario all'Economia, Massimo Bitonci. "Inizialmente pensavamo a una riduzione di un punto percentuale dell'aliquota Irpef più bassa ma poi si opterà per una rimodulazione a partire dal 2020 con tre aliquote", ha spiegato, "la rimodulazione Irpef, con vantaggi per tutti i contribuenti sarà accompagnata da un riordino delle tax expenditure perché ci sono 300 voci tra agevolazioni, deduzioni e detrazioni, e alcune ormai sono anti storiche".
Previsto un intervento forte (500 milioni di euro) destinato al Fondo per i rimborsi ai risparmiatori vittime delle crisi bancarie. C'è poi l'annoso capitolo della riforma della legge Fornero. I tecnici stanno studiando i costi per puntare a quota 100 a partire da 62 anni senza danneggiare i lavoratori precoci. Altri temi, presenti nel contratto di governo, che dovrebbero entrare in manovra sono il taglio delle accise sui carburanti e la cedolare secca sugli affitti commerciali.
La pace fiscale
Sempre Bitonci ha spiegato che la Lega porterà al tavolo "la pace fiscale più ampia possibile che recuperi il rapporto tra fisco e contribuente in vista di una chiusura di tutte le liti pendenti per le cartelle, per il contenzioso tributario, per le multe amministrative e per contenziosi di varia natura esclusa l'Iva e la previdenza".
"Studiamo una pace fiscale - ha aggiunto - con un tetto per contribuente non superiore a un milione di euro di contenzioso" e che "ci sarà un'aliquota pù bassa per i contenziosi più contenuti, un'aliquota media e un'aliquota più importante per i contenziosi che si avvicinano al milione".
Ci sono poi le proposte care al Movimento 5 Stelle. Il sottosegretario all'Economia, Laura Castelli, ha puntualizzato che a partire da gennaio le pensioni minime saranno portate a 780 euro e che "il reddito di cittadinanza è la base attorno alla quale ruota l'intera manovra". A seguire la riforma "dei centri per l'impiego". "Abbiamo calcolato" ha detto, "che ci vogliono 3-4 mesi. Successivamente partirà il reddito di cittadinanza".
A preoccupare il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ci sono anche i dati che arrivano da Inps e Istat sul mercato del lavoro: a giugno infatti c'è stato il primo saldo negativo dei rapporti fissi di lavoro mentre a luglio sono stati registrati 44.000 occupati stabili in meno. Per questo, si pensa di far scattare non solo al Sud ma a livello nazionale un incentivo per far aumentare i contratti a tempo indeterminato attraverso sgravi fiscali.
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