Roma - "Palermo chiama e l'Italia risponde", è il titolo scelto per tutte le cerimonie che oggi ricorderanno il 24esimo anniversario della strage di Capaci in cui morì Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tutta la scorta del magistrato siciliano. Il programma è stato organizzato dalla Fondazione "Giovanni e Francesca Falcone"
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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato alla prof.ssa Maria Falcone, presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, il seguente messaggio: "Il 23 maggio e' una data incancellabile per gli italiani. La memoria della strage di Capaci - a cui segui' la barbarie di via D'Amelio in una rapida quanto disumana sequela criminale - e' iscritta con tratti forti nella storia della Repubblica e fa parte del nostro stesso senso civico. Un assassinio, a un tempo, che ha segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, e l'avvio di una riscossa morale, l'apertura di un nuovo orizzonte di impegno grazie a cio' che si e' mosso nel Paese a partire da Palermo e dalla Sicilia, grazie alla risposta di uomini delle istituzioni, grazie al protagonismo di associazioni, di giovani, di appassionati educatori e testimoni". "In questa giornata altamente simbolica - prosegue - desidero esprimere la mia vicinanza e la mia gratitudine a tutti voi presenti nell'aula bunker, a chi non si e' mai scoraggiato nella battaglia contro le mafie, contro l'illegalita' e contro la corruzione, a chi lo ha fatto a costo di sacrificio personale e a chi ha compreso il valore della cultura della legalita', che vive anzitutto nell'agire quotidiano".
Per il premier Matteo Renzi "Oggi e' un giorno particolare per la storia e la nostra generazione: ci ricorda la terribile strage di Capaci. Dal punto di vista istituzionale e personale ricordo molto bene quei momenti, uno di quelli, nel mio piccolo, in cui decisi di fare giurisprudenza". In diretta a Rete 105 Renzi ricorda che "se questo Paese e' un po' piu' forte e libero lo deve a uomini come Falcone e Borsellino e nella loro memoria continua il nostro lavoro per combattere tutte le forme di mafia e dare fiducia agli italiani"
Non ha dubbi il presidente del Senato, Pietro Grasso "La sentenza definitiva del maxi processo e' un monumento giuridico e storico, perche' sanci' l'esistenza della mafia, da allora divenne un fatto acquisito. Fu questo un grande capolavoro di Falcone, Borsellino e di tutti i magistrati che hanno lavorato perche' cio' fosse possibile.
Parole di speranza arrivano dalla sorella del magistrato siciliano, Maria Falcone presidente della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone "Incontrando spesso i giovani, posso dire che tanto e' cambiato, anche grazie ai nostri insegnanti, e i ragazzi a poco a poco stanno creando una societa' diversa. La speranza e' che finalmente si avverino le parole di Giovanni quando diceva 'la mafia e' un fatto umano e avra' la sua fine'. Ecco perche' siamo qua, per fare memoria, ma per dare anche ai nostri giovani quei valori necessari per creare una societa' diversa".
"Dobbiamo ricordare che la mafia cambia ma resta sempre se stessa. D'altra parte non dobbiamo dimenticarci che la mafia di 24 anni fa l'abbiamo anche sconfitta" dice il presidente della commissione nazionale antimafia, Rosy Bindi, giunta al bunker dell'Ucciardone a Palermo
Non usa mezze misure il ministro della Giustizia Andrea Orlando: "La mafia è diventata una criminalità sovranazionale. Falcone l'aveva capito prima degli altri. Per questo è necessario potenziare gli strumenti di cooperazione giudiziaria internazionale".
Il ministro dell'istruzione Stefania Giannini ricorda l'importanza della scuola "La comunità della scuola italiana è lo strumento più forte e potente che abbiamo per combattere la criminalità, le mafie e costruire la cultura della legalita'".
Mentre il vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, ha ribadito l'importanza dell'accordo "firmato l'anno scorso in occasione dell'anniversario delle stragi di Capaci e via D'Amelio tra il Consiglio superiore della magistratura e il Ministero dell'Istruzione "si sta rivelando fertile. Tutti i tavoli in tutte le regioni sono stati costituiti, con un lavoro di grande coordinamento. Molte attivita' nelle scuole italiane si stanno svolgendo per declinare quel vero e proprio motto di Antonino Caponnetto, che diceva che l'istruzione toglie i piedi sotto la cultura mafiosa. L'alleanza tra giustizia e istruzione e' la chiave per estirpare le mafie dal nostro Paese".