Mafia a Roma, rubato computer negli uffici del Comune
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Mafia a Roma, rubato computer negli uffici del Comune

Mafia a Roma, rubato computer negli uffici del Comune

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(AGI) - Roma, 5 dic. - Nelle vicende della mafia a Roma orac'e' anche il mistero di un computer portatile rubatonottetempo nella sede della Protezione civile di Roma Capitale,a Porta Metronia. Il pc era in una delle stanze dove la scorsanotte sono entrati i ladri e rovistato in diversi locali,facendo un'incursione anche negli uffici del servizio Giardini,che ha sede nello stesso complesso del Comune. Il fatto e'stato segnalato ai carabinieri e non si esclude che possaessersi trattato di un furto su commissione o comunque di unepisodio in qualche maniera collegato all'inchiesta sulla mafianella capitale, visto che una parte dell'indagine riguardaproprio la gestione del verde in citta'. Ma non e' solo questofrutto che la cronaca della giornata offre. Spuntano infatticontatti tra clan e Vip della capitale e non. Come emerge aproposito della figura di Giovanni De Carlo, che reduce da unviaggio all'estero si e' consegnato ieri ai carabinieri del Rosche lo aspettavano all'aeroporto di Fiumicino. L'uomo e'considerato come uno che ama la bella vita, conoscitore deimigliori locali della movida romana ed "era in frequentecontatto con personaggi del mondo dello spettacolo e dellosport", dicono gli atti dell'inchiesta. Intercettazioni fattedai Ros hanno permesso di appurare, ad esempio, "numerosicontatti e frequentazioni" con le compagne dei calciatoriDestro della Roma e Dzemaili del Napoli e con la coppia piu'paparazzata negli ultimi tempi, Belen Rodriguez e Stefano DeMartino. Emerge anche che il 4 giugno 2013, all'indomani della'visita' dei ladri nell'abitazione del cantante Gigi D'Alessioall'Olgiata, derubato di una collezione di Rolex del valore dicirca 4 milioni di euro, De Carlo raggiunse la villadell'artista napoletano dove si trattenne per oltre trentaminuti. Venute alla luce anche frequentazioni di De Carlo conil calciatore della Lazio Giuseppe Sculli. Come pure ecco latelefonata al cellulare di De Carlo alle 3 del mattino del 30settembre 2013 da parte del calciatore della Roma Daniele DeRossi, chiamata priva di rilievo penale che viene pero'riportata nell'informativa dello scorso luglio dei carabinieridel Ros in cui si dice che De Carlo "rispondendo a duetentativi di chiamata fatti poco prima" dal centrocampistagiallorosso cercava De Rossi "chiedendogli di cosa avessebisogno". E il calciatore - annotano i carabinieri - "gliriferiva di averlo contattato in quanto, assieme al compagno disquadra Mehdi Benatia, aveva avuto poco prima una discussionecon un ragazzo all'interno di un locale notturno e temendoulteriori conseguenze aveva pensato a De Carlo". Nella parte diconversazione citata dai militari, De Rossi aveva spiegato:"No, avevo pensato che aveva chiamato qualche malandrino...qualche coattone... ho detto famme senti' Giovanni". Nelfrattempo pero' era intervenuta la polizia e di De Carlo nonc'era stato piu' bisogno. Ma lo stesso De Carlo "dando prova digrande confidenza, gli confermava di poter contare sempre sulsuo aiuto: 'chiamame sempre... bravo! Hai fatto bene Danie',amico mio". E a De Carlo si rivolge - secondo una telefonataannotata dal Ros e riportata nell'informativa dello scorsoluglio, anche se priva di rilievo penale - anche Teo Mammuccariperche' gli trovasse una sostanza per la palestra, inparticolare il GH, ormone della crescita. "Oh, Giovanni, me daiuna mano con quella cosa che ti ho chiesto?". "Aho', mo cevado, mo vado a vede'" e' la risposta di De Carlo che aggiunge"Sono un chiacchierone ma almeno non spiattello i cavoli tua ingiro, non dico che vuoi diventa' Hulk, capito?". Un De Carloche oggi si e' avvalso della facolta' di non rispondere davantial gip, come pure ha fatto l'ex ad di Ente Eur, RiccardoMancini. Hanno, invece, respinto le accuse contestate altricinque indagati finiti in carcere nei giorni scorsi: CarloMaria Guarany, Cristiano Guarnera, Claudio Cardarelli, GiovanniFiscon e Sandro Coltellacci. Gli otto indagati attualmente aidomiciliari saranno sentiti dal gip martedi' e mercoledi dellaprossima settimana. Il giudice, Flavia Costantini, ha concessogli arresti domiciliari al 70enne Giovanni Lacopo. IntantoMassimo Carminati e gli altri accusati di associazione distampo mafioso sono pronti a fare ricorso al tribunale delriesame. L'udienza deve essere ancora fissata ma le difesehanno gia' fatto sapere che chiederanno la revoca (o lamodifica) dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere e,soprattutto, la dichiarazione di insussistenza dell'aggravantedi tipo mafioso. (AGI)
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