Luigi Di Maio lancia la ristrutturazione del M5s e lo fa presentando una nuova figura: il facilitatore. La novità sarà applicata "sia a livello regionale, sia a livello nazionale" dopo essere stata votata su Rousseau. "Siamo di fronte ad una ennesima evoluzione del Movimento, che gioverà agli italiani", spiega su Facebook il capo politico del Movimento. "La nostra grande sfida è stata quella di rendere più efficace l'azione del Movimento" dice "Sempre e solo con l'obiettivo di servire i cittadini e risolvere con velocità i loro problemi. Adesso ci serve un organizzazione molto più efficace che copra tutto il territorio nazionale".
Il perché della necessità di questa figura è spiegato con il fatto che "tanti problemi arrivano tutti a Roma": una mole di questioni che bisogna "affrontare prima di tutto a livello territoriale". "Per fare questo abbiamo bisogno, non di quello che hanno i partiti, a noi non servono dei decisori solitari, ma dei facilitatori. Abbiamo bisogno di un'organizzazione per temi e per questioni organizzative".
Quanti saranno? "Tra sedici e diciotto" spiega Di Maio, assicurando che non si voteranno le persone singole, ma programmi e competenze. "Abbiamo bisogno anche a livello regionale di facilitatori che si occupino della formazione e del coinvolgimento di nuove persone, che si occupino di chi vuole a venire a parlare con M5s", sottolinea.
Saranno scelti fra gli eletti di M5s, saranno parlamentari o consiglieri di enti locali che non riceveranno, dunque, al di là dello stipendio che già percepiscono, alcun finanziamento. E non è escluso, secondo fonti del Movimento, che si arrivi a una 'nuova Carta di Firenze', come fu a marzo 2009 per i comuni, per dettagliare compiti e programma.