E' caos liste nel Pd. Restano fuori, salvo sorprese, nomi eccellenti, come il ministro Claudio De Vincenti, il senatore Luigi Manconi, nonostante il lungo elenco di firme a sostegno della sua riconferma, e il deputato Ermete Realacci.
Sempre più tesi i rapporti con la minoranza dem, che questa notte non ha votato in Direzione il via libera alle liste e oggi il Guardasigilli Andrea Orlando, si ritrova candidato in Emilia a 'sua insaputa'. E' lo stesso leader della minoranza interna a spiegare: "Ho appreso dove ero candidato solo ieri sera alla presentazione delle proposte, quindi nulla di concordato", afferma.
Cosa succede in casa Pd?
Dalle indiscrezioni - le liste ufficiali, fanno sapere dal Pd, saranno pubblicate nel pomeriggio - Orlando risulterebbe candidato nel proporzionale alla Camera in Emilia Romagna. Ma lui tiene a sottolineare: "Nulla di concordato, ed è la ragione per cui avevamo chiesto una sospensione per valutare proposte che non conoscevamo". Il Guardasigilli poi aggiunge: "Adesso non credo che sia il momento per fare polemiche. Ognuno deve fare le scelte che ritiene più giuste, ma complessivamente dobbiamo cominciare a fare campagna elettorale".
Chi, invece, non si tira indietro nel criticare duramente le scelte fatte dai vertici del Pd e dal segretario Matteo Renzi è il ministro Carlo Calenda che affida ai social la sua contrarietà: "Quale e' il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti, come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi", si chiede su Twitter, "Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile".
Quale è il senso di non candidare gente seria e preparata, protagonista di tante battaglie importanti come De Vincenti, Nesi, Rughetti, Tinagli, Realacci, Manconi. Spero che nelle prossime ore ci sia un ravvedimento operoso. Farsi del male da soli sarebbe incomprensibile
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 27 gennaio 2018
La composizione delle liste dem è stata votata solo nella tarda notte, dopo lunghe riunioni e ripetuti rinvii. La minoranza non ha partecipato al voto, scegliendo però di non disertare la riunione ed essere presente. Il via libera ha incassato 117 voti favorevoli, 1 contrario e nessun astenuto.
Cosa succede in casa M5s?
Ma le polemiche non investono solo il Pd. Anche in casa 5 stelle il clima si fa incandescente, con gli 'esclusi' dalle liste che minacciano ricorsi e nomi prima inseriti e poi spostati in altri collegi o addirittura spariti, rispetto agli elenchi pubblicati sul blog dopo le 'parlamentarie'. Il Movimento frena le polemiche e garantisce: "Massima serietà nella composizione delle liste".
In un lungo post pubblicato sul blog delle Stelle, si legge infatti: "E' stata applicata la massima severità nei controlli pre voto, come previsto dallo Statuto, dal Codice Etico e dal Regolamento, e stiamo applicando la massima severità anche in questa fase post voto, sempre nel rispetto delle nostre regole. Dopo la pubblicazione delle liste provvisorie domenica scorsa, sono arrivate decine di segnalazioni che abbiamo valutato. Alcune le abbiamo accolte ed è questo il motivo per cui alcuni nomi sono cambiati".
Insomma, nessuna irregolarità, è la linea pentastellata. Confermata e ribadita dallo stesso candidato premier, Luigi Di Maio: "Facciano quello che vogliono", replica agli esclusi, "noi dobbiamo andare al governo del Paese e non dobbiamo metterci a temere diffide o ricorsi. Questo è un momento per il Paese in cui bisogna fare le cose che aspettiamo da 30 anni e lo dobbiamo fare con parlamentari che condividano i valori del Movimento".
Cosa succede in casa del Centrodestra?
Ed è nuovamente 'duello' a distanza tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il leader di Forza Italia, in un'intervista rimette in discussione la cancellazione tout court della legge Fornero, voluta fortemente invece dall'alleato leghista: anticipare l'accesso alla pensione rispetto agli attuali 67 anni sarà possibile, spiega il Cavaliere, "solo in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato": sulla previdenza attenzione a non stravolgere i conti dell'Inps e tutela ai "lavoratori che sono stati discriminati dai criteri rozzi e frettolosi adottati dalla Legge Fornero".
Salvini non ci sta e tuona: "A Berlusconi dico 'patti chiari, amicizia lunga'. Via la legge Fornero. E' il primo punto del programma del centrodestra che abbiamo firmato tutti. Con gli italiani ho preso un impegno prima personale e poi come partito. La Fornero va cancellata", scandisce il segretario della Lega.