Leopolda: Boschi torna a 'casa', la sinistra Pd la difende
Il ministro delle Riforme accolta da una ovazione

(AGI) - Firenze, 12 dic. - L'ovazione e' di quelle liberatorie: Maria Elena Boschi sale sul palco della Leopolda e la platea si alza in piedi ad applaudire. Il gesto del ministro sembra dire "addirittura" e denuncia la scarsa consapevolezza di quanto la madrina fosse attesa dal suo popolo. "Da casa sua", come lei stessa definisce, per lasciarsi subito dopo in un "vi voglio bene". Un sospiro di sollievo dopo una giornata all'insegna delle polemiche, ma anche del lavoro alla legge di stabilita'. "Ho letto fantasiose ricostruzioni sul perche' del mio ritardo. In realta' ero a Roma a fare il mio lavoro con la legge di stabilita'", ha subito spiegato a chi, nelle ore scorse, aveva appreso che il ministro avrebbe mancato per la prima volta all'appuntamento, a causa della polemica innescata dalla richiesta di dimissioni arrivata da Saviano.
Camicia con motivi floreali, gonna nera e stivale in pelle, invece, Boschi si e' presentata per chiudere la serata di oggi. Si attendeva un intervento a ruota libera. E invece anche lei, come gli altri ministri, si e' sottoposta al 'question time' con le domande del pubblico. Svelando anche quanto in molti sospettavano, e cioe' che a formulare le domande sul palco non sono semplici avventori, ma giovani 'nativi leopoldini'. "Non faro' finta di non conoscervi", ha detto con una risata. E quando Virginia le si e' presentata, "Buonasera, mi chiamo Virginia...", il ministro non ha resistito alla battuta: "Wow, che sorpresa...".
E via sullo stesso tono, anche quando si e' trattato di affrontare la sua materia, le riforme. Il format della Leopolda quest'anno prevede delle info grafiche stile talk show, quelle con la manina che disegna schemi e fumetti. Uno strumento ribattezzato con autoironia dal premier Renzi, "propaganda spinta". Boschi non e' stata da meno: "Siccome siamo accusati di fare solo propaganda, rispondiamo cosi': via alla propaganda!", facendo partire il contributo con cui veniva spiegato il contenuto delle riforme e i loro effetti sulla vita dei cittadini. Il saluto, infine, fa esplodere la platea come in precedenza soltanto i filmati con gli sketch di Carlo Verdone erano riusciti a fare: "Ora, per la parte ludica, vi affido a Francesco Bonifazi, il principe delle serate fiorentine...", riferimento al tesoriere del Pd, ex capogruppo in consiglio comunale a Firenze, che - almeno nell'aspetto - non ispira esattamente ilarita'.
LA SINISTRA PD LA DIFENDE E ATTACCA RENZI - La sinistra Pd mette sul banco degli imputati il doppio ruolo di Matteo Renzi, basta con la "coincidenza tra segretario e premier", e' il leitmotiv dell'iniziativa al teatro Vittoria a Roma. Perche' uno dei maggiori problemi che hanno minato le fondamenta del partito, e' l'affondo, e' proprio il ruolo di Renzi, un uomo solo al comando, il che ha tolto "autonomia" al Pd, incalzano all'unisono Roberto Speranza e Gianni Cuperlo, protagonisti della manifestazione. In prima fila tutti i big della minoranza interna, da Pierluigi Bersani a Guglielmo Epifani.
Ospite il vicesegretario Lorenzo Guerini, che pero' subito gela i 'compagni' di partito: sul doppio ruolo "non si torna indietro". Ma se la sinistra dem non fa sconti a Renzi (dalla legge di Stabilita' alle riforme, fino all'Italicum, che va modificato perche' rischia di far "pagare al Pd un prezzo altissimo"), sceglie pero' di 'salvare' Maria Elena Boschi. Nessun affondo sul ministro, sotto i riflettori per il caso della banca Etruria. La sinistra Pd non cavalca la richiesta di dimissioni avanzata da Roberto Saviano. Anzi, la giudica "esagerata".
E da questa linea non si discosta nessuno: la pensa cosi' Cuperlo, si dice d'accordo Bersani, mentre Guerini nega in maniera categorica che sia scesa "un'ombra" sulla Boschi, ne' il governo da questa vicenda esce indebolito. Insomma, la minoranza sceglie di puntare dritto a quello che giudica il cuore del problema: Renzi non puo' piu' fare l'asso piglia tutto e, soprattutto, "il Pd non puo' essere solo il megafono di palazzo Chigi". Non solo: Renzi si scordi di dar vita al partito della nazione, cosi' come sbaglia se prosegue nella convinzione dell'autosufficienza. Anzi, la sinistra offre un consiglio al segretario: "non siamo noi il tuo problema, semmai guardati da chi ti da' solo ragione e sale sul carro del vincitore".
E se il premier si illude di 'liberarsi' della sinistra interna, rimarra' deluso: "senza di noi il Pd non esiste", cosi' come "non esiste alcuna ipotesi di scissione", ribadiscono Speranza e Cuperlo. La battaglia va condotta all'interno del partito, con la consapevolezza che sara' "un cammino in salita". L'orizzonte "strategico" e' quello del centrosinistra, che - scandisce Speranza - "non si costruisce con Ncd, loro sono il centrodestra" e si commette "un errore mortale confondendo destra e sinistra".
Bisogna lavorare a una ritrovata unita', a partire dalle prossime amministrative. Per questo, l'appello dei tre sindaci e' "prezioso". Del resto, avverte Cuperlo, "questo non e' il momento degli steccati, ma dei ponti", e se e' vero che Renzi "in questi due anni ha commesso errori molto seri", e' altrettanto vero che "oggi una sinistra vincente non puo' essere costruita contro il partito piu' grande" del centrosinistra, sarebbe "una fuga dalla realta'". Di tutt'altro avviso 'l'altra sinistra', quella che si e' riunita oggi a Napoli, presenti diversi esponenti ex Pd.
"Non si puo' ricostruire il centrosinistra se non battendo Renzi e il renzismo", sostiene Nichi Vendola, convinto che ad "uccidere il centrosinistra" sia stato "Renzi che governa con pezzi della destra". (AGI)