Dopo la bocciatura della mozione 5Stelle in Senato e il via libera alla Tav, che spacca di fatto la maggioranza pentastellata al governo, per la Lega non ci sono dubbi: “Se il patto salta ci sono solo le urne”. Lo dichiara Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega in Senato, in un’intervista all’edizione cartacea de Il Messaggero di Roma.
E se al Corriere della Sera in edicola Romeo dice “le mie vacanze sono da sempre made in Italy. Se serve, nel giro di un paio d’ore vengo giù a Roma”, al quotidiano della Capitale non esita a dichiarare che le vacanze “probabilmente saranno romane”. Come a dire, siamo “pronti a tutto”, anche “a fare campagna elettorale perché siamo abituati a stare sul territorio”. Niente preoccupazioni da questo punto di vista, dunque, ma quel che appare ovvio, secondo il capogruppo leghista a Palazzo Madama, è che “serve un chiarimento” anche perché la Lega non è “per tirare a campare” perché “così non si può andare avanti”.
Secondo Romeo in questi due mesi dal voto “è successo poco”, nel senso che il M5S “non ha compreso che noi vogliamo portare avanti le riforme e sbloccare le opere pubbliche” ma “vogliamo sapere rapidamente cosa vuol fare il Movimento 5Stelle. Basta tergiversare – intima Romeo – servono passaggi rapidi su tutto. Il 26 maggio i cittadini ci hanno dettato un’agenda politica. E noi vogliamo realizzarla”.
Dunque, se si rompe il patto M5S-Lega, per quest’ultima l’unico sbocco possibile “sono le urne”. Quindi “nessuna nuova legge elettorale”, “no a pastrocchi o alchimie di palazzo”, “la parola ai cittadini”. “Non siamo noi ad essere preoccupati per il voto” chiosa il capogruppo della Lega. Ma un rimpasto non sarebbe sufficiente per risolvere la partita?, chiede il quotidiano. Magari ottenendo lo scalpo di Toninelli, ministro inviso e contestato? A domanda, Romeo risponde che non è questione “di persone ma di cose” ma “di politica dei fatti” in cui “gli obiettivi devono diventare realtà”. “Tra l’altro – aggiunge nell’intervista al Corriere – quando ci furono le mozioni di sfiducia contro di lui l’ho anche difeso. Però il Presidente del Consiglio ha detto di andare avanti sulla Tav e invece lui ha votato contro. Insomma, mi sembra una cosa imbarazzante”.
Il capogruppo leghista in Senato dice di stimare il suo omologo 5Stelle, Patuanelli, “ma non è possibile che ogni volta che si porta in Aula un provvedimento voluto da Salvini ci siano dei problemi, mentre – al contrario – quando il M5S ha portato una legge in Aula noi, obtorto collo, l’abbiamo sempre votata”. Insomma la Lega non ha affatto digerito la mozione anti Tav del Movimento per “una questione di credibilità e autorevolezza”: “ma che messaggio diamo ai nostri interlocutori internazionali?” si chiede Romeo.
E ciò vale anche per il dossier sull’autonomia sul quale “addirittura” si è inventata “la bufale che divide l’Italia”. Ma l’elenco è anche più lungo. “La stessa cosa è sulla legge di bilancio” e sulla “volontà di tagliare le tasse oppure no”, “flat tax e infrastrutture per far crescere il paese” dice anche al quotidiano di via Solferino. “Ci vuole una spinta, non possiamo tornare indietro” conclude Romeo.