La Rai contro i tagli del governoScontro in Cda, Todini si dimette
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La Rai contro i tagli del governoScontro in Cda, Todini si dimette

La Rai contro i tagli del governo
Scontro in Cda, Todini si dimette

La Rai contro i tagli del governoScontro in Cda, Todini si dimette
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(AGI) - Roma, 19 nov. - Luisa Todini, consigliere Rai epresidente di Poste Italiane, lascia il posto nel Cda di vialeMazzini: si e' dimessa seduta stante dopo l'approvazione amaggioranza dell'ordine del giorno proposto dal consigliereAntonio Verro che da' mandato al direttore generale delservizio pubblico, Luigi Gubitosi, di ricorrere contro iltaglio di 150 milioni deciso dal governo nell'ambito dellaspending review e previsto dal Dl 66, o Dl Irpef.L'imprenditrice ha votato contro quell'ordine del giorno,insieme al consigliere Pilati. A favore hanno votato in sei: DeLaurentiis, Rositani, Pinto, Tobagi, Colombo e, per l'appunto,il proponente Verro. Si e' astenuta Anna Maria Tarantola inquanto presidente di garanzia della Rai. Nessun commentoufficiale del direttore generale ma secondo quanto trapelato altermine dei lavori del Cda che oggi si e' svolto a Milano inconcomitanza con il primo giorno di quotazione di Rai Way inborsa ha definito "inopportuno" il ricorso. Dichiarazioniufficiali sono invece arrivate sia da Verro che dalla stessaTodini. Il primo ha sottolineato in una breve nota che il votodi oggi "non ha alcun valore politico, come invece alcunivogliono far credere. Alla fine, in trasparenza, hanno prevalsosolo ed esclusivamente gli interessi dell'azienda e di tutti ilavoratori del servizio pubblico". La Todini invece ha definito"inaccettabile e irresponsabile" la decisione dellamaggioranza, sottolineando di aver dato al Cda "un contributoautonomo e in una pura logica di interesse dell'azienda e delservizio pubblico" ed ha quindi ritenuto "doveroso" dissociarsi"in modo definitivo" dalla decisione dell'organo diamministrazione del servizio pubblico. Immediate le reazioni al voto del Cda. Il sottosegretariocon delega alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha parlatodi "decisione incomprensibile, autolesionista, contraria agliinteressi dell'azienda e lontana dai problemi reali del Paese".Dalla componente Pd in commissione di vigilanza arriva fuoco difila. Il capogruppo Vinicio Peluffo chiede l'audizione di tuttii componenti del Cda Rai, mentre Michele Anzaldi (Pd),segretario della vigilanza, parla di decisione "veramentesorprendente" e "si fatica a comprendere come alcuniconsiglieri espressione della societa' civile (Tobagi eColombo, ndr) possano schierarsi contro il Dl Irpef con cui ilgoverno ha effettuato la piu' grande redistribuzione degliultimi anni, 10 miliardi all'anno di riduzione delle tasse peri redditi medio-bassi. Appare ancor piu' senza precedenti ladecisione di votare contro il decreto da parte del consigliereRai nominato dal Mef (Pinto, ndr), lo stesso ministero che haseguito direttamente le fasi tecniche del taglio da 150milioni". E la responsabile Cultura e membro della commissioneLorenza Bonaccorsi su Twitter scrive "#ricorsocdaRai controGoverno. Tobagi e Colombo votano a favore. Contro il governo.Aspettiamo le loro dimissioni", mentre Salvatore Margiotta(Pd), vicepresidente della vigilanza, sottolinea come sia"paradossale" che uno dei voti a favore del ricorso "sia delrappresentante del governo in Cda", aggiungendo "non discutosul merito della decisione, discuto il metodo e l'opportunita'politica: ha ragione Gubitosi a parlare di atto inopportuno,perche' di fatto l'azienda ricorre contro il proprioazionista". Sul fronte opposto, Renato Brunetta, presidente deideputati di Forza Italia, dice "accolgo con soddisfazione l'okalla proposta del consigliere d'amministrazione Verro perstoppare sul nascere l'Opa predisposta furbescamente dalpresidente del Consiglio e segretario del Pd, Renzi, sulla Rai.I famosi 150 milioni che il governo ha piu' volte annunciato divoler tagliare alla Rai sono soldi dei cittadini pagati tramiteil canone e quindi destinati alla televisione di Stato, noncerto alle mirabolanti imprese sponsorizzate da Renzi ecompagni". Brunetta sottolinea che "il direttore generaleGubitosi dopo essersi opposto in un primo momento a questitagli indiscriminati, ha cambiato clamorosamente posizione edoggi e' stato sconfessato. Dovrebbe prenderne atto edimettersi". E Maurizio Gasparri ha definito "molto positivo"che la proposta di Verro sia stata approvata "per contrastarel'esproprio della Rai attuato da Renzi. I tagli previsti nonarrecano nessun beneficio ai cittadini, non riducono il canonema tolgono semplicemente 150 milioni che la gente ha pagato perdestinarli alla Rai, non allo spreco pubblico. I consiglieriche hanno votato la proposta Verro difendono il serviziopubblico, mentre e' gravissimo l'atteggiamento del direttoregenerale che viene meno alla sua funzione e che forse dovrebbeprendere atto di essere stato messo clamorosamente inminoranza". Un commento arriva anche dall'esecutivo Usigrai:"finalmente il voto. Il ricorso contro il taglio di 150 milionie' un atto indispensabile per riaffermare il principiodell'autonomia della Rai". Un'autonomia "in linea con tutte lenormative europee, le risorse per finanziare il serviziopubblico non possono dipendere anno per anno dal governo diturno". Mentre per Luigi Monfredi, dell'esecutivo Usigrai perla componente l'Alternativa, "stupisce lo stupore deiparlamentari del Pd Anzaldi e Peluffo sul ricorso votato oggidal cda Rai. Stupisce che due parlamentari di un partito il cuisegretario urla al mondo tutti i giorni che i partiti debbanouscire dalla Rai, invece si scaglino proprio contro unadecisione che il Cda ha preso per affermare quella autonomia:dai partiti e dai governi. Qualcosa non quadra. Oppure e' inatto un cortocircuito". (AGI).
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