Jobs Act passa alla Camera Minoranza Pd in rivolta
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Jobs Act passa alla Camera Minoranza Pd in rivolta

Jobs Act passa alla Camera Minoranza Pd in rivolta

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(AGI) - Roma, 25 nov. - Il 'Jobs act' passa alla Camera con 316si' e 6 no. Ma anche, a complemento di quello striminzitonumero di no, con l'uscita dall'Aula delle opposizioni e,insieme a loro, di una nutrita pattuglia di deputati Pd, chemanifestano cosi' il loro dissenso e sanciscono quel disagioche ha accompagnato l'iter del provvedimento. Sono in tutto 40i deputati del Pd che non hanno partecipato al voto e, fraquesti, sono 7 gli assenti e 29 i firmatari del documento chemette nero su bianco le ragioni del dissenso. Quanto ai 6 no,si tratta di Pippo Civati e Luca Pastorino (Pd), Claudio Fava(Misto), Mauro Pili (Misto), Mario Sberna di Per l'Italia eFrancesco Saverio Romano (FI). Si sono astenuti i deputaticivatiani Paolo Gandolfi e Giuseppe Guerini. "Grazie aideputati che hanno approvato il Jobs Act senza voto difiducia". Matteo Renzi affida a Twitter il suo commento."Adesso - prosegue il presidente del Consiglio - avanti sulleriforme. Questa e' la volta buona". A caldo, il segretario Pdaveva scelto di ritwittare un messaggio del gruppo Dem allaCamera per sottolineare che la riforma porta "piu' tutele,solidarieta' e lavoro" Quanto alla spaccatura nel Pd, "il fattoche 29 parlamentari del Pd abbiano condiviso un giudizionegativo sul merito del jobs act e non abbiano partecipato alvoto finale e' un fatto politico rilevante", anche se "Civati edue o tre dei suoi hanno votato contro", rivendica StefanoFassina. "Nessuna polemica verso chi, nel voto finale, hacompiuto una scelta diversa. Abbandonare l'aula, per partenostra, avrebbe significato non solo misconoscere i risultatiche abbiamo ottenuto, ma far mancare il numero legale, impedirel'approvazione del provvedimento e costringere il governo atrarre immediatamente le dovute conseguenze. Non e' questo cheserve al Paese e non e' in questo modo, a nostro avviso, che lecose possono migliorare", e' invece il segnale che arriva daArea Riformista. In tutto questo, aveva fatto sentire la suavoce anche Pier Luigi Bersani, assicurando un voto a favore,"per convinzione o per disciplina", a seconda delle parti delJobs act in questione, ma rivendicando anche la necessita' di"lasciare alla sensibilita' di ciascuno" se seguire o meno leindicazioni di partito. "Tra il bicchiere mezzo pieno e quellomezzo vuoto - spiega ancora l'ex segretario Dem - ciascunosceglie con la sua sensibilita'". Non resta con le mani in manoM5S, che sceglie l'ennesima 'provocazione'. "Col voto finalesul Jobs Act, Matteo Renzi condanna a morte i lavoratoriitaliani. Il Jobs Act riduce i diritti, riduce in schiavitu'",dicono i deputati Claudio Cominardi e Tiziana Ciprini, insiemeal capogruppo M5S al Senato, Alberto Airola, in una conferenzastampa 'bendata', poiche' scelgono di tenere gli occhi bendatida un fazzoletto bianco con la scritta 'licenziAct'. Perche',accusano, il Jobs Act viene approvato alla cieca in un "caosdove i parlamentari hanno votato al buio affidandosi ad un caneguida". E di lavoro oggi ha parlato anche il Papa, aStrasburgo. C'era anche Matteo Renzi che condivide il richiamodi Bergoglio e, pur sottolineando di non voler estrapolaresingoli temi fra quelli affrontati da Francesco nel suodiscorso, osserva che il Pontefice "ha senz'altro detto cheoccorre tenere insieme nuove forme innovative di flessibilita',stanti i tempi che viviamo, con la necessaria stabilita' delposto di lavoro: ed e' esattamente il senso e il princiio diquello che noi stiamo facendo in Italia". .
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