In 200 manifestano ad ambasciata Italia Londra per le Unioni Civili

Londra - Almeno 200 persone con cartelli, sveglie e striscioni per chiedere "uguali diritti". In contemporanea con le manifestazioni italiane e le altre all'estero, anche a Londra si sta tenendo una protesta silenziosa di fronte all'ambasciata d'Italia nel Regno Unito, nel cuore della capitale britannica a pochi passi dal quartiere di Mayfair e dalle vie dello shopping. Organizzata da un'associazione spontanea nata nei giorni scorsi e presieduta da Roberto Claudio Sormani, la manifestazione e' tuttora in corso ed e' partita alle 15 ore locali (le 16 in Italia) proprio all'ingresso principale della sede diplomatica, in Grosvenor Square. "Siamo qui perche' abbiamo a cuore i diritti civili degli italiani - ha spiegato all'Agi Sormani - e qualunque passo indietro sulla Cirinna' sarebbe un peggioramento". Il movimento londinese, dal nome di 'Wake Up Italia', si dice "completamente apartitico", anche se diverse organizzazioni politiche italiane nella capitale hanno portato la loro solidarieta', dal Pd a Sel. Di passaggio a Londra anche Daniela Tomasino, consigliera nazionale Arcigay: "Sono qui in vacanza - ha raccontato - ma mi ha fatto incredibilmente piacere poter portare la mia solidarieta'". Poco dopo le 15 gli organizzatori hanno incontrato un rappresentante dell'ambasciata all'interno della sede diplomatica. Per una questione di norme britanniche, un poliziotto di Scotland Yard, la polizia metropolitana dell'area di Londra, ha dovuto scortare il portavoce dei manifestanti all'interno dell'edificio, dove e' stata consegnata una lettera indirizzata direttamente all'ambasciatore d'Italia nel Regno Unito, Pasquale Terracciano. Nella missiva si legge: "Molti di noi hanno avuto il privilegio, o la disperazione, di abbandonare il Paese in cui sono cresciuti per concedere serenita' a se stessi e ai propri compagni, per poter dire 'mio marito' o 'mia moglie'". Ancora, "chiediamo all'Italia di porre immediatamente termine alla violazione dei diritti umani delle coppie omosessuali per cui e' stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo con sentenza del 21 luglio 2015".(AGI)