Grandi Opere: Lupi, non mi dimetto. Rolex? soffro per mio figlio
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Grandi Opere: Lupi, non mi dimetto. Rolex? soffro per mio figlio

Grandi Opere: Lupi, non mi dimetto. Rolex? soffro per mio figlio

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(AGI) - Roma, 17 mar. - "Sto soffrendo per mio figlio. QuelRolex non l'avrei preso. Dimettermi? E perche'?". Cosi' in unaintervista alla Repubblica il Ministro per le InfrastruttureMaurizio Lupi torna sul caso delle tangenti sulle grandi opereche ha condotto all'arresto di Ercole Incalza e di altri tre. "No, le dimissioni no - spiega - anche se per la prima volta,vedendo tirato in ballo ingiustamente mio figlio, mi sonochiesto se il gioco valga la candela. Se fare politicasignifichi far pagare questo sacrificio alle persone che ami.Provo soprattutto l'amarezza di un padre nel vedere sbattutoil proprio figlio in prima pagina come un mostro senza colpa". Quanto al caso del Rolex per il figlio, Lupi ha affermatoche "se avessi chiesto a Perotti di far lavorare mio figlio odi sponsorizzarlo, sarebbe stato un gravissimo errore e presumoanche un reato. Non l'ho fatto. Stefano Perotti conosceva miofiglio da quando, con altri studenti del Politecnico, andava avisitare i suoi cantieri. Sono amici cosi' come le nostrefamiglie". E il rolex, "l'avesse regalato a me non l'avreiaccettato". Riferendosi alle intercettazioni in cui avrebbeminacciato la crisi di governo, Lupi ha detto che "era unabattaglia politica, non difendevo la persona, ma l'integrita'del ministero. Si stava discutendo di legge di stabilita' e delfuturo della nuova struttura tecnica di missione e il dibattitoera tra chi voleva tenerla dentro al mio ministero oppure comediceva Incalza: c'e' chi vuole chiuderla o trasferirla allapresidenza del Consiglio. Al telefono con Incalza - spiegaancora il Ministro - ho ripetuto quello che avevo detto nellediscussioni politiche, parolacce comprese: dicevo che era unerrore togliere al ministero quella struttura ampuntandolo diun braccio operativo. Qualora non ci fosse stata fiducia nelministro, si faceva prima a cambiare ministro non depotenziandoil ministero". (AGI).
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