Tutti guardano al Quirinale nella speranza che Sergio Mattarella possa far saltar fuori un governo per il Paese, dopo che le elezioni hanno prodotto una situazione bloccata. Ma la speranza di vedere il proverbiale coniglio uscire dal cappello già la prossima settimana cozza con i numeri e con la politica e servirà comunque più di un giro di consultazioni per costruire una maggioranza che sostenga il nuovo esecutivo. Nessuno, infatti, ha da solo la maggioranza per governare e serviranno comunque delle alleanze tra partiti che fino a ieri si sono duramente scontrati. Anche i numeri poi pongono dei limiti: il governo di cui si era favoleggiato prima del 4 marzo, che univa Pd e Fi, ad esempio, non ha la maggioranza necessaria.
Calcolatrice alla mano, dunque, si capisce che sono solo quattro i governi possibili e uno di questi (M5s-Pd) si reggerebbe su una manciata di voti. Vale la pena ricordare che la maggioranza necessaria alla Camera è di 316 voti e al Senato è di 161.
Ecco comunque quali sono i possibili scenari con cui partiti, Capo dello Stato e Paese si potranno trovare ad avere a che fare nelle prossime settimane.
1) Il governo che sulla carta avrebbe più voti sarebbe quello di tutto il centrodestra con il M5s. Alla Camera potrebbe contare su 487 seggi e al Senato su 246. Una maggioranza ampia che potrebbe ‘permettersi’ anche di perdere qualche voto in caso di dissensi di alcuni parlamentari dei diversi gruppi.
2) Il governo giallo-verde, quello circoscritto a una alleanza tra Lega e M5s, avrebbe la maggioranza, ma ovviamente più risicata (347 voti alla camera e 167 al Senato), ma potrebbe avere anche l’appoggio di Fratelli d’Italia, raggiungendo dunque 379 voti alla Camera e 185 al Senato.
3) Il governo di tutto il centrodestra con il Pd avrebbe molti voti, 376 alla Camera e 189 al Senato, ma ancora nessuno l'ha nemmeno ipotizzato.
4) Il governo meno stabile sarebbe quello basato su una alleanza tra M5s e Pd. Anche supponendo che tutto il Pd lo sostenesse (nonostante il no pronunciato finora dalla direzione del partito e in particolare da Matteo Renzi) l’esecutivo giallo-rosso avrebbe 333 voti alla Camera e 161 al Senato. Non potrebbe dunque permettersi nessun dissenso. Diverso sarebbe se ci stesse anche Leu, che ha 14 voti alla Camera e 4 al Senato.
5) Non raggiungerebbe la maggioranza invece un eventuale governo Pd-Fi, che avrebbe solo 215 voti alla Camera e 113 al Senato.
A questi calcoli vanno sommati eventuali ‘soccorsi’ di componenti dei due gruppi Misti di Camera e Senato e delle minoranze linguistiche. I loro orientamenti però si potranno verificare solo da mercoledì quando saliranno al Quirinale per le consultazioni.