A che punto è il nuovo tentativo di formare un governo Lega-M5s 
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A che punto è il nuovo tentativo di formare un governo Lega-M5s 
Se un politico interrompe una campagna elettorale che appare vincente è segno che sta per succedere qualcosa di grosso. Matteo Salvini molla gli impegni elettorali, rientra a Roma e quindi è logico immaginare che qualcosa possa accadere, in questa crisi che dura quasi da 90 giorni. Lo scrive Il Fatto Quotidiano, per cui il leader leghista “sta davvero valutando” l’ipotesi di accordo avanzata ieri da Luigi Di Maio. Vale a dire: Paolo Savona in un atro ministero e via al governo giallo-verde. Parole che, non a caso, usano anche altri giornali.
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“Matteo Salvini sta valutando seriamente se ripartire con un governo politico senza Paolo Savona”, sostiene Amedeo La Mattina su La Stampa, “Il quale sembra abbia già fatto un passo indietro. L’economista ha preso atto di aver perso il sostegno di Luigi Di Maio e che non basti quello solitario del leader leghista. Il capo leghista a questo punto spera che sia lo stesso Savona a defilarsi. Potrebbe essere interpretata proprio così la sua partenza da Roma: ieri infatti l’economista ha preso le valigie ed è partito con la moglie per Sardegna.
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«Quando abbiamo proposto il professor Savona - ha detto Salvini durante il suo tour elettorale in Liguria - è stato perché era il migliore per fare il ministro dell’Economia. Se Di Maio ha cambiato posizione ne parlerò con lui». In serata è stato ancora più esplicito: «Valutiamo quanto possa essere utile agli italiani questo tipo di ragionamento di spostamento, ovviamente in primis con il professor Savona, cosa che educazione vuole. Io la porta non l’ho mai chiusa».
Secondo Francesco Verderami, su Il Corriere della Sera, Salvini ora è nella scomoda posizione di chi è rimasto con il cerino in mano. E allora “si capisce dunque l’intenzione di Salvini: i suoi continui rilanci mirano a far chiudere le finestre elettorali estive, così da ottenere il voto senza dover cedere alle pressioni su Cottarelli. Settembre è la data limite, ottobre verrebbe ancora meglio. E magari, per riuscire nell’impresa, medita di rilanciare sulla legge elettorale, per offrire a Di Maio un accordo sul premio di maggioranza alla lista. Sarebbe l’offerta del ballottaggio tra loro nelle urne ma anche la definitiva giubilazione del berlusconismo”.
Ma la crisi, per l’appunto, è quasi al 90mo giorno, ed al 90mo finiscono le partite. “Il Colle vuole una risposta rapida o manderà in campo Cottarelli”, prevede Goffredo De Marchis su La Repubblica, “C’è un ultimo sentiero per far partire la legislatura e solo Matteo Salvini può decidere se percorrerlo. Il Quirinale lo terrà aperto almeno un altro giorno, oggi, ma senza un ultimatum che impedisca magari per poche ore di arrivare al risultato.
Nel caos assoluto si vede la cifra della presidenza Mattarella nella quale prevale il rispetto delle procedure costituzionali. Dunque, il Colle non cede sul potere di nomina e non darà il ministero dell’Economia a Paolo Savona, ma non abbandona il suo favore assoluto per un governo politico, legittimato dal voto e con una maggioranza parlamentare piena”.
Se poi questo governo dovesse subire una sorta di mutazione di linea politica, forse sarebbe anche meglio. Del resto un precedente esiste già, ed è proprio quello greco. Lo fa notare, non senza sottile perfidia, Claudio Cerasa su Il Foglio. “Una svolta alla Tsipras per non diventare la zavorra dell’Europa”, auspica. E chissà che non abbia ragione.
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