Il premier Giuseppe Conte parla di “scorie della campagna elettorale che vanno smaltite" ma la tensione nella maggioranza e nel governo non accenna a diminuire all’indomani dell’esito delle Europee.
E allora il presidente del Consiglio, nell’annunciare un vertice lunedì, sembra fissare un ‘timing’ ben preciso. Un'ultima mediazione: se nel giro di pochi giorni le fibrillazioni non dovessero cessare e gli strappi e le fughe in avanti non rientrare, si rivolgerà direttamente gli italiani. Il suo auspicio però è che venga annunciato ai cittadini il rilancio dell’azione del governo.
I temi da affrontare sono tanti e i nodi vanno sciolti – il messaggio di Conte – solo nella sede dell’esecutivo. A partire dagli emendamenti, come quello sullo sblocca cantieri presentato dalla Lega in cui si annuncia la sospensione del codice degli appalti con M5s che è pronto ad investire l’Anac della questione. E dalla flat tax “il cui progetto non è ancora arrivato” a Palazzo Chigi.
Ma ora è un altro il terreno di scontro all’interno della maggioranza: il vicepremier Luigi Di Maio ha alzato le barricate di fronte alla possibilità di una revisione della spesa sulle politiche sociali.
Un piano di risparmi sul welfare, cioè su reddito di cittadinanza e quota 100, non è negli accordi, la sua tesi. Il Mef e poi Palazzo Chigi hanno smentito il testo della lettera circolata nel tardo pomeriggio che portava la firma del ministro Tria con tanto di sottolineature.
Quel che è certo è che Di Maio ha fatto sapere di non aver lavorato minimamente alla missiva, i cui principi sono stati preparati dal responsabile di via XX Settembre e dagli ‘sherpa’ economici del partito di via Bellerio, con un incontro anche fra Tria e il premier Conte.
L’irritazione del presidente del consiglio
Il vicepremier M5s ha chiesto un vertice di governo prima che venga inviata a Bruxelles. “Il testo non corrisponde alla realtà”, ha fatto sapere il ministero dell’Economia.
“Non è quello che abbiamo in visione”, ha riferito Palazzo Chigi secondo cui è “grave rischiare ricadute negative sui mercati”.
Un cortocircuito che ha irritato il premier che avrà l'ultima parola sulla risposta alla Commissione. Ma il conflitto è tutto politico con la Lega che ritiene sbagliato l’atteggiamento assunto dal Movimento 5 stelle.
La strategia pentastellata è quella di lasciare ora al Carroccio la possibilità di mettere sul tavolo i provvedimenti su cui spinge da giorni. Ma chiederà in primis quali sono le coperture, con l’eventualità di addossare all’alleato la responsabilità di un affondo dell’Europa (la procedura di infrazione dovrebbe partire la prossima settimana) che potrebbe vedere nella Lega il partito della spesa.
“Noi siamo d’accordo ad una flat tax in deficit”, in ogni caso la posizione M5s.
“Così andiamo a sbattere, siamo all’ultimo miglio. Stanno facendo opposizione, vogliono che noi falliamo”, allarga le braccia un ‘big’ leghista.
Nel frattempo oggi è arrivato un avvertimento del governatore della Banca d’Italia, Visco, a “non aumentare il deficit”, a far sì che il taglio delle tasse sia sostenibile, anche perché lo spread è tornato a salire e a preoccupare il Quirinale che resta fuori dalla contesa e punta a far sì che la maggioranza ritrovi la rotta affinché si ristabilisca un clima necessario per varare la manovra.
La stessa preoccupazione di Palazzo Chigi, soprattutto per la situazione economica anche se lo stesso Conte ha ribadito come l'Italia sia uscita dalla recessione.
Il tentativo di Conte resta sempre quello di scongiurare le elezioni anticipate e di riportare un giusto clima di collaborazione tra M5s e Lega.