Governo e maggioranza battuti alla Camera su un emendamento di Forza Italia e sottoscritto anche dal Pd, votato a scrutinio segreto. Per soli due voti M5s e Lega finiscono in minoranza e passa un emendamento alla proposta di legge sull'azione disciplinare nei confronti dei magistrati per ingiusta carcerazione.
Proposta di legge in quota alle opposizioni e promossa da Forza Italia, che però aveva incassato il via libera bipartisan in commissione. Unanimità che non si ripete in Aula, con i gialloverdi che, dopo essere stati battuti, fanno dietrofront e cambiano linea, bocciando il provvedimento in occasione del voto finale. E lo fanno nonostante poco prima avessero approvato l'articolo 1, unico articolo di cui si compone la proposta di legge.
Tutto ha inizio nel pomeriggio di martedì, quando il relatore della pdl, l'azzurro Pierantonio Zanettin, esprime il parere contrario a un emendamento a prima firma Enrico Costa che consente di poter avviare l'azione di risarcimento anche a chi dichiarato innocente, in occasione dell'interrogatorio si era avvalso della facoltà di non rispondere e poi era stato sottoposto ingiustamente a misure restrittive della libertà personale. Il governo si allinea al parere contrario. Forza Italia chiede, e ottiene, la votazione segreta. Il risultato fa esultare le opposizioni: 240 voti contrari - quelli di M5s e Lega - a fronte di 242 voti favorevoli. Non solo: scorrendo i tabulati della votazione, risultano essere circa 100 le assenze 'non giustificate' tra i banchi della maggioranza e almeno 5 i franchi tiratori tra le file dei gialloverdi. I 5 stelle chiedono la sospensione di un'ora dei lavori.
Mel frattempo, superato l'incidente di percorso, la maggioranza si ricompatta e decide per il 'nò al provvedimento. Ma prima del voto finale, il regolamento di Montecitorio prevede che si votino gli articoli del testo: la proposta e' però composta di un solo articolo e i 5 stelle e i leghisti votano a favore, approvando di fatto anche la modifica del testo che li aveva mandati sotto poco prima. Quando però si arriva al voto finale, i gialloverdi bocciano il provvedimento.
"Nessun fatto politico", tengono a precisare dalla maggioranza fonti sia M5s che Lega. È stato "solo un inciampo dovuto alle assenze", e' la linea. Non la pensa così il Pd, che parla di crisi ormai palese: "Ieri nel Consiglio dei Ministri che ha approvato 7,4 miliardi di tagli alla sanità, ai trasporti, alle imprese e nuove tasse non c'erano i due vicepremier Di Maio e Salvini. Oggi il Governo è stato battuto alla Camera su un emendamento sulla giustizia. Prendano atto che questo esecutivo è finito: peggio di un cattivo governo c'è solo un non governo e questo di Conte lo è", afferma la vicesegretaria dem, Paola De Micheli.
Anche le altre forze di opposizione attaccano: "Questa maggioranza si sta sciogliendo", osserva Federico Fornaro di Leu. "La maggioranza è in stato confusionale: non ha retto alla prova del voto segreto e si è sciolta come neve al sole", sostiene la capogruppo di FI Mariastella Gelmini. La maggioranza "non ha più ragione per sopravvivere", chiosa Andrea Delmastro di FdI.