Europee sempre più vicine, Lega e M5S sempre più lontani

Giorgetti attacca di nuovo apertamente: "Così non si va avanti". Slitta ancora la decisione sul decreto sicurezza

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Antonio Serranò / Agf
Luigi Di Maio e Matteo salvini

Questa la sintesi che circola in tanta parte della casa leghista: "Negli ultimi tre mesi non si capisce bene" se si è alleati o rivali al governo. Lo dice apertamente il ministro per le Politiche per la famiglia, Lorenzo Fontana, a margine di una iniziativa elettorale a Chiavari.

Fontana spiega di condividere "quanto affermato da Giorgetti: in questa maniera non si può andare avanti perché si fa fatica a lavorare. C'è tanto da fare e, se abbiamo il desiderio comune di fare le cose e cercare di fare del nostro meglio, allora si può andare avanti; altrimenti bisognerà parlarsi molto chiaramente perché diventa molto difficile lavorare e non ne vale neanche la pena".

Appunto: i leghisti ora si chiedono se valga la pena oppure no continuare con questo tira e molla che consuma gli entusiasmi della base e pare aver perso la capacità di attrarre il consenso di nuovi segmenti dell’elettorato.

Il fatto è che la campagna elettorale per le europee è all’ultimo giro di boa e tutto quello di cui si è finora discusso, o quasi, è il logoramento sempre più evidente dell’intesa tra lega e M5S.

Le ultime ore non sembrano costituire un’eccezione a riguardo.

Conte sale al Quirinale

Matteo Salvini sceglie, dopo la sfuriata in Consiglio dei Ministri sul decreto sicurezza, di stare lontano dalla mischia. Le critiche al premier Conte giungono, piuttosto, dalla Confindustria.

Ma se il leader della Lega si lascia andare a confidenze che hanno dell’intimista sui dispiaceri della sua infanzia, è il suo braccio destro Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. E se il numero due di un premier critica un governo, il messaggio è chiaro.

Tanto più se lo fa di fronte ad una platea veramente internazionale come è la Stampa Estera.

In particolare, Giorgetti dice quanto segue: "Non accuso nessuno tantomeno il presidente del Consiglio, dico solo che così non si può andare ‎avanti". Il riferimento è, ancora una volta, al Consiglio dei ministri dedicato al decreto sicurezza.

Di più: "La mia riflessione è che se un governo del cambiamento deve fare cambiamento deve evitare di vivere in stallo. E fare le cose".

Capito l’andazzo, Conte si reca al Quirinale per un colloquio di un’ora e mezzo con il Presidente Mattarella. Al centro, si desume, il nodo della sicurezza.

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Salvini e Giorgetti

Contemporaneamente sii viene a sapere che un secondo consiglio dei ministri, previsto di lì a poche ore, non ci sarà.

Reagisce algido Luigi Di Maio: “Ogni giorno ormai, da circa un mese, c'è qualcuno, e non del M5s, che minaccia la crisi di governo e fa la conta delle poltrone in base ai sondaggi. Oggi è toccato a Giorgetti. Basta. Basta minacciare crisi di governo e basta fare la conta delle poltrone. Si pensi al Paese”.

Domenica si vota per le europee. Quali saranno i destini del governo e della legislatura, non si sa. Giorgetti rispondendo a chi gli chiede se Salvini sarebbe disposto ad andare a Palazzo Chigi senza prima un passaggio elettorale: “Assolutamente no”.



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