"Le stime dell'Inps possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato". Sono queste le parole con cui il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ha bocciato il decreto Dignità e che hanno scatenato la "forte irritazione" del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Nel criticare il contenuto del decreto nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera, Boeri non aveva usato mezzi termini. "Affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico significa perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta. E' un esercizio molto pericoloso perché, prima o poi, per spiegare perché si fanno certe cose e non si possono farne altre, bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale" aveva detto.
Il destinatario del messaggio era il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, ma i contenuti non sono piaciuti a Conte che, si fa sapere da Palazzo Chigi, definisce i "inaccettabili" e le espressioni "fuori luogo". A maggior ragione se arrivano da una figura che dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico.
Cosa contesta Boeri
Ma perché il presidente dell'Inps è andato giù così duro sul decreto fortemente voluto dal vicepremier di M5s? Secondo Boeri "è stata introdotta una pausa tra un contratto di somministrazione e il successivo" che renderà "più difficile prorogare i contratti oltre i 12 mesi". Viene così penalizzato "il ricorso a una forma di flessibilità tutelata per il lavoratore in somministrazione (dai dati del ministero del Lavoro risulta che il numero dei contratti in somministrazione è cresciuto costantemente dal 2014 al 2017 passando da circa 364.000 a circa 570.000)".
Stando alle stime Inps, ha spiegato Boeri, il 7% dei lavoratori ha un contratto con durata compresa tra i 13 e 24 mesi: 140.000 lavoratori che potrebbero avere problemi di rinnovo e potenzialmente finire disoccupati.
Boeri si toglie anche un altro sassolino dalla scarpa, smentendo che Di Maio non fosse al corrente delle stime dell'Istituto. "L'Inps ha condotto le stime su dati quasi interamente forniti dal ministero del Lavoro e ha avuto due giorni a disposizione per effettuare le stime, una volta ricevuti i dati dal Ministero" ha detto, La relazione tecnica con la stima dell'impatto occupazionale negativo è pervenuta al Ministero una settimana prima della trasmissione del provvedimento alla Presidenza della Repubblica", come riporta anche Repubblica.
Me ne vado se me lo chiedono
E, dato che da quando è venuta fuori la ormai famosa stima degli 8.000 posti di lavoro persi ogni anno, il governo ha aperto un fuoco di sbarramento contro Boeri, il presidente dell'Inps ci ha tenuto a dire di non essere attaccato alla poltrona, come riporta Repubblica. "Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo, ne trarrei immediatamente le conseguenze" ha detto, "ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale". "E soprattutto" ha aggiunto Boeri "non sono affatto disposto ad accettare l'idea che chi ricopre l'incarico di presidente dell'Inps debba in tutto e per tutto sposare le tesi del Governo in carica. L'esecutivo che mi ha nominato non mi ha mai chiesto di giurare fedeltà al suo programma, né io avrei mai accettato di farlo. Chiedo lo stesso rispetto istituzionale a questo esecutivo, non tanto per me stesso, quanto per la carica che ricopro".
Salvini, non ho mai minacciato nessuno
Dopo quello diretto a Di Mao, un messaggio a Salvini, che replica prontamente. "Minacce a Boeri? Ma quando mai" scrive in un comunicato il ministro dell'Interno, "il presidente super-attaccato alla poltrona dimostra ancora una volta grande fantasia, come quando chiede più immigrati per pagare le pensioni, o quando difende la legge Fornero. Se vuole fare politica con la sinistra che l'ha nominato si candidi, altrimenti lavori per migliorare la qualità dei servizi offerti dall'Inps ai cittadini".