“È Erdogan che mi considera un suo nemico. Io non l’ho mai considerato tale. Gli ho solo chiesto di mantenere le sue promesse. Il suo principale nemico è lui stesso”. Si esprime così Fethullah Gülen, 78 anni, esule negli Usa, predicatore islamico, fondatore del movimento Hizmet con milioni di seguaci, accusato di essere il mandante del fallito colpo di Stato del luglio 2016 (accusa che lo stesso Gülen ha sempre categoricamente respinto), il quale crede in un Islam moderato, considerato dal presidente turco come il suo principale nemico.
Secondo quanto dichiarato da Gülen a Repubblica, Erdogan “si crede l’uomo più intelligente del mondo” ma in realtà è mosso solamente “da sentimenti di gelosia, di odio e di vendetta”, tant’ che “il suo governo è caduto in uno stato di paranoia”. “Mia sorella maggiore – racconta l’esule – deve vivere nella clandestinità e tutte le persone che hanno il mio stesso cognome vengono arrestate” ciò che rende il presidente turco un uomo con “le mani sporche di sangue”.
“Erdogan ed io non siamo sulla stessa lunghezza d’onda”, aggiunge Gülen, “credo che si debba concedere più libertà e permettere che la lingua curda possa essere usata nelle scuole. Tutto ciò richiede uno Stato più decentrato. Se un giorno ci sarà una nuova riforma costituzionale dovrà ispirarsi alla Costituzione americana: concede grandi libertà ai cittadini”, conclude quello che viene considerato il capo dell’opposizione ad Erdogan all’estero.