Fertility day, Lorenzin fa un passo indietro "cambieremo le cartoline"

Dopo le polemiche in Rete, il ministro della Salute revoca l'iniziativa: "Non è piaciuta? Ne facciamo una nuova"

Fertility day, Lorenzin fa un passo indietro "cambieremo le cartoline"
Fertility  day

Roma - Si fara' una nuova campagna social sul Fertility Day "visto che quella che avevamo preparato non e' piaciuta. Il Fertility Day e' piu' di due cartoline, e' prevenzione, riguarda la salute degli italiani, non e' un terreno di scontro. Pero' sono sbalordita da come questa faccenda sia stata strumentalizzata e da come debba occuparmi di una questione di comunicazione mentre sto lavorando a mettere in sicurezza gli ospedali nelle zone terremotate". Cosi' il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in una intervista al quotidiano 'La Repubblica'. Circa le critiche il ministro spiega "cambieremo le cartoline, ci confronteremo coi dubbi sollevati dalla gente. La campagna andra' avanti. Non volevamo offendere ne' provocare" e annuncia: "voglio andare oltre le polemiche, se quel messaggio di comunicazione non e' passato come ci auguravamo noi, si cambia. Ci interessa la sostanza: informare sull'infertilita' crescente". Quanto all'appuntamento di settembre la Lorenzin conferma la data per il fertility day. "Si', per il 22 settembre: e' una iniziativa utile, basta guardare i dati per capirlo, il 15% della popolazione italiana e' infertile e il numero sale molto dopo i 32 anni". Relatvamente alla campagna, invece, "rimoduliamo la comunicazione senza snaturare il contenuto dell'iniziativa, la spieghiamo meglio. C'erano cento immagini dentro la campagna social e ciascuna aveva sul retro una spiegazione che contestualizzava lo slogan. Ne sono state pubblicate sul sito del ministero 4 o 5 senza spiegazione. Da li' e' nato il fraintendimento". Il fertility day "non e' un giorno o un'iniziativa a risolvere il calo delle nascite, tema enorme che passa attraverso welfare, politiche economiche e politiche sulla famiglia. Allo stesso tempo bisogna dire chiaro che non e' con un posto all'asilo nido che si guarisce l'infertilita' che resta un problema sanitario, non sociale. I giovani devono sapere che anche gli stili di vita incidono sulla possibilita' di essere padri e madri, che l'eta' e i controlli medici possono fare molto. Esempio, da quando non c'e' piu' la visita militare, pochi maschi vanno dall'andrologo: il risultato e' che scoprono di non essere fertili quando provano da anni a fare figli senza successo e magari e' tardi".(AGI)