Di Maio oggi è più forte. Parola di dissidente
Emanuele Dessì, uno dei tre firmatari di un documento di dissenso verso l'ex capo politico, non si sente chiamato in causa dalle dimissioni

Non si sente chiamato in causa, il senatore 5 Stelle Emanuele Dessì, dalla denuncia di Luigi Di Maio, che ieri s’è dimesso da capo politico del Movimento, per le “pugnalate alle spalle”. “Chi, io? Proprio no. Ero lì vicino a lui e non ho sentito nessun riferimento a me” risponde il senatore grillino, che è stato uno dei tre firmatari di un documento di dissenso verso il capo politico, in un’intervista al Corriere della Sera. “Non c’era nulla di personale” contro Di Maio, aggiunge poi.
Dessì sostiene infatti che in qualità di dissidenti “Non abbiamo mai chiesto le sue dimissioni” e in quel documento “non c’è una parola contro di lui” tanto più che “lo ha visto e rivisto anche chi padroneggia l’italiano meglio di me” e in quel testo in ogni caso, afferma ancora il senatore, “c’erano cose dette e ridette da colleghi e dalla base. Le abbiamo messe nero su bianco. È il nostro lavoro di portavoce” spiega come a volersi giustificare.
Quanto al Di Maio post dimissioni, per Dessì “se uno si sente assediato si blinda. Se lascia vuol dire che si sente forte” e in questo momento – a suo avviso – oggi Di Maio è “l’uomo più forte che c’è ora nel Movimento”. Ma chi ha sparato contro di lui? “Chi lo ha abbandonato. Chi ha lasciato il Movimento e di fuori e continua a dire “peste e corna” su di lui” taglia corto Dessì che definisce le dimissioni di Di Maio da capo politico “un atto d’amore” fatto “nella prospettiva di dare nuova linfa al M5S”.
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