Entro lunedì 18 settembre a mezzogiorno si saprà se Luigi Di Maio sarà l’unico candidato premier del Movimento 5 Stelle. O se avrà qualche sfidante minore. Ma secondo quanto riportano oggi i giornali il pericolo vero alla sua premiership arriverebbe da Roberto Fico. Il candidato ‘ortodosso’ dei 5 Stelle. A testimoniare un certo malumore della base per Di Maio ci sarebbe l’arrivo a Roma in queste ore di Beppe Grillo. “Tocca a lui mettere pace dentro il Movimenro 5 Stelle in agitazione dopo la pubblicazione delle regole per le primarie che serviranno a scegliere il candidato premier. È possibile che il leader pentastellato incontri sia Luigi Di Maio finora unico in corsa, sia Roberto Fico alla guida dell'ortodossa che chiede garanzie sul ruolo del capo politico” scrive l’Huffington Post.
Il problema della leadership politica, e interna al Movimento 5 Stelle
Il problema, per la base, è che nessuno vuole che il candidato premier sia anche il leader del movimento. Dalla consultazione infatti si capirà un po’ quale sarà il futuro del movimento stesso. “In queste ore infatti l'ala ortodossa che non si ritrova in Luigi Di Maio sta chiedendo garanzie direttamente a Grillo e i contatti sono stati talmente infuocati che Grillo ha deciso di scendere a Roma” scrive ancora l’Huffington. Insomma, pare che i duri e puri non vogliono che Di Maio, oltre che candidato premier dei 5 Stelle, diventi il capo politico del Movimento, temono "l'uomo solo al comando”.
Fico sarebbe l'avversario naturale di Di Maio
“La corrente ortodossa è in pressing da giorni per convincere il suo leader, Roberto Fico, a sfidare il delfino Di Maio” scrive La Stampa. “È l’avversario naturale per le visioni divergenti del Movimento, per la rabbia - confida chi gli è vicino - che in questi mesi ha trattenuto a stento guardando l’evoluzione del mondo pentastellato”. Gli ortodossi, intanto, iniziano a manifestare qualche malcontento contro la candidatura del vicepresidente della Camera. “Dal M5S di Beppe Grillo al M5S di Luigi Di Maio. A voi i commenti!”, ha scritto su Facebook il deputato Luigi Gallo. Riccardo Nuti, sospeso per il caso firme false di Palermo, scrive: “Di Maio indagato? Non sospeso e candidato premier” riferendosi alle indagini a carico di Di Mio per diffamazione. Paolo Becchi, filosofo ed ex ideologo del M5S:”Di Maio è incandidabile, avendo procedimenti penali in corso. È vero che nel blog hanno scritto che le regole sono cambiate ma non è che le regole si possano fare ad personam”.
Ma alla fine nessuno ha il coraggio di sfidare Di Maio
Voci che animano il malcontento di una parte dei 5 Stelle. “Gli ortodossi sono tormentati su cosa fare” scrive ancora l’Huffington. “Qualcuno vorrebbe che Fico si candidasse e fa pressing su di lui: "Così ci contiamo una volta per tutte e facciamo vedere che Di Maio non ha il consenso di tutti", dice un senatore”. Il problema è che sfidare oggi Di Maio sembra una missione suicida. Per alcuni parlamentari penta stellati si tratterebbe di una sfida che porterebbe il suo contendente a raccogliere percentuali irrisorie di consenso. Anche per Fico, che infatti si guarda bene dal decidere di candidarsi. Di Battista da mesi ha firmato un patto di ferro con il vicepresidente della Camera (Corriere della Sera). E molti analisti politici oggi sui quotidiani scommettono che alla fine nessuno oserà sfidarlo. “Acne perché negli ultime settimane gli spazi di democrazia interna si sono ulteriormente ristretti e la visibilità sui media e a l pubblico è stata sostanzialmente riservata a Di Maio”, scrive il Corriere.