Roma - Con i sei vitalizi tagliati oggi, sono in tutto 24 (fatti salvi i ricorsi presentati) gli ex parlamentari che dal luglio del 2015 si sono visti revocare la 'pensione' perchè condannati in via definitiva a pene superiori a due anni. Nell'estate dello scorso anno furono colpiti in diciotto dalla delibera degli Uffici di presidenza di Montecitorio e di Palazzo Madama: gli ex deputati Massimo Abbatangelo, Giancarlo Cito, Robinio Costi, Massimo De Carolis, Francesco De Lorenzo, Giulio Di Donato, Pietro Longo, Raffaele Mastrantuono, Gianstefano Milani e Gianmario Pellizzari, e gli ex senatori Silvio Berlusconi, Marcello Dell'Utri, Vittorio Cecchi Gori, Pasquale Squitieri, Antonio Franco Girfatti, Giorgio Moschetti, Vincenzo Inzerillo e Franco Righetti. A questi si sono aggiunti sei ex inquilini di Montecitorio (Giuseppe Astone, Giuseppe Del Barone, Luigi Farace, Toni Negri, Cesare Previti e Luigi Sidoti), le cui posizioni non comparivano più nel Casellario giudiziario perchè il sistema, è stato così spiegato, cancella automaticamente le condanne inflitte a chi ha superato gli ottanta anni di età. Per certificare la loro posizione è stato dunque necessario interpellare (sempre a luglio dello scorso anno) la Corte di Cassazione, che nelle scorse settimane ha inviato alla Camera tutta la documentazione richiesta. Furono i presidenti dei due rami del Parlamento, Pietro Grasso e Laura Boldrini, ad avanzare nel maggio del 2015 la proposta di interrompere il vitalizio agli ex parlamentari condannati in via definitiva per reati gravi e "a pene superiori a due anni di reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la reclusione fino a un massimo di sei anni", dalla mafia al terrorismo, dalla corruzione alla concussione, all'omicidio. (AGI)