All'indomani della 'treguà raggiunta all'interno della maggioranza gialloverde sulla Tav, Luigi Di Maio era atteso al 'Villaggio Rousseaù per chiarire gli scenari del governo, i rapporti con la Lega e il futuro dell'opera. Le risposte arrivano anche se il vicepremier è ben attento, nelle vesti di ospite del dibattito 'Governare il cambiamento', a non pronunciare mai le tre lettere che identificano il progetto dell'Alta Velocità sulla tratta Torino - Lione attorno al quale si è sfiorata la crisi con l'alleato Matteo Salvini.
Quella più importante sulla durata da lui auspicata per l'esecutivo: "Quattro anni", è la rassicurazione ai militanti del leader dal palco della 'sala Manzoni' di Palazzo delle Stelline, dove da due giorni il suo popolo si interroga sui temi costitutivi dell'identità pentastellata, dal digitale alla democrazia diretta.
"L'ho detto ieri e d'ora in poi deve essere così - promette - l'obbiettivo del Movimento è dare tranquillità a questo Paese, non deve essere più creare tensioni, perché se da una parte uno dice 'vediamo chi va fino in fondo, chi ha la testa più dura' io dico che questo è folclore'". Il nome non lo fa ma il riferimento è alle parole pronunciate due giorni fa da Salvini, nella fase più acuta della divergenza tra i due.
Di Maio non ci sta a passare per quello che non vuole innovare: "Veniamo da due giorni non semplici e mi sono ripromesso di non alimentare questo dibattito, ma deve essere chiaro che noi le infrastrutture le dobbiamo fare: grandi, medie e piccole, e sia digitali che fisiche. Con Toninelli dobbiamo incontrare tutti i Presidenti di Regione e vedere quali sono i punti critici per sbloccare le opere".
Le risposte meno esplicite sono proprio quelle sul futuro della Tav. Dallo scambio di lettere tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Mario Virano, direttore generale di Telt, la società chiamata a gestire la realizzazione dell'opera, è emerso che tra sei mesi si potrebbe tornare punto a capo sull'opportunità di andare avanti col progetto. è questo il termine indicato dalla legge francese per compiere indagini di mercato dopo che, domani, scatterà la prima fase di invito alle imprese a presentare le candidature per i lavori. Scaduto questo periodo, si procede coi capitolati d'appalto a meno che non si utilizzi la 'clausola di dissolvenza' cui seguirebbe con la decadenza dei bandi.
Cosa succederà tra sei mesi? "Tutto ciò che dobbiamo affrontare nei prossimi mesi lo affronteremo e non lo rimanderemo. Quello che c'è scritto nel contratto lo vedrete nei prossimi giorni", è la risposta del vicepremier che fa muro sull'ipotesi, non gradita a Salvini, di un approdo della questione in consiglio dei ministri: "In questo momento non vedo quale sia il dibattito su questo tema se c'è un contratto di governo che parla chiaramente". Contratto in cui i due alleati si erano impegnati "ridiscutere integralmente il progetto nell'applicazione del rapporto tra Italia e Francia".