Non è al centro del dibattito politico di queste settimane che precedono le elezioni politiche del 4 marzo, eppure nei programmi dei principali partiti e schieramenti ci sono dei riferimenti a quello che farebbero per l'innovazione e le startup. A volte diretti, altre meno, ecco cosa c'è scritto nei programmi di governo del Centrodestra, del Partito democratico, Movimento 5 stelle, +Europa, Liberi e uguali e 10 volte meglio.
Il programma politico di 10 volte meglio
10 Volte Meglio è una formazione politica all'esordio. I suoi animatori e molti dei suoi candidati vengono dal mondo della tecnologia e delle startup. Basti citare il presidente Andrea Dusi e la vice-presidente Cristina Pozzi, che hanno fondato e poi venduto con una exit milionaria la loro WhishDays (quella dei cofanetti-esperienza Emozione 3). Ma anche le liste dei candidati sono piene zeppe di nomi noti nel panorama digitale italiano. Non sorprende allora che un punto cruciale del programma di 10 Volte meglio sia l'innovazione. È senza dubbio l'unica simbolo che la pone priorità assoluta.
Tax free zone e aliquote per attrazione delle imprese
Uno dei punti chiave è la creazione di zone “tax-free”. Cioè luoghi in grado di attrarre le imprese grazie a una tassazione particolarmente vantaggiosa, che comprende un'aliquota delle imposte dirette al 5% per dieci anni e un'aliquota stabile al 20% per gli anni successivi. Oppure, per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per dieci anni, sgravi da oneri aggiuntivi tali da consentire alle aziende di sostenere un costo per i dipendenti “uguale allo stipendio lordo”. E poi, si legge sul programma, dovrebbero nascere ecosistemi che incentivino alcuni settori (dalla blockchain alle nanotecnologie) “monitorate” dalle istituzioni ma gestite dai privati.
Digitalizzazione della pubblica amministrazione
10 Volte Meglio prevede poi una forte digitalizzazione della PA, che coinvolga sanità, scuola, della giustizia, mobilità e trasporti e sicurezza. Si parla di “nuove infrastrutture” e “uso corretto dei dati”, in modo da ridurre le inefficienze e (di conseguenza) i costi. Per “riallocare la spesa in altri settori”.
La digitalizzazione è però intesa come “tema trasversale”, tra pubblico e privato: “Vogliamo sostituire le raccomandate e i raccoglitori cartacei con le e-mail, le comunicazioni elettroniche e gli archivi digitali. Investiremo in una banda larga che supporti il processo di innovazione”.
Cybersecurity e startup
Uno dei punti del programma propone il “potenziamento della sicurezza informatica”. Come? Promuovendo piattaforme comuni che coinvolgano “ricerca, industria, governo”, incoraggiando le le imprese ad adottare soluzioni evolute ma anche con percorsi di formazione. Per quanto riguarda gli incentivi alle startup “il nostro programma prevede di mantenere attivi i piani di crescita e sviluppo” del Mise. Così come restano gli incentivi del piano Industria 4.0. Ma vanno creati incentivi “per le grandi imprese italiane all'estero che vorranno cooperare con le startup nei paesi stranieri”.
Più che sull'attrazione dei capitali, 10 Volte Meglio pone l'accento sull'Open Innovation (cioè sulla collaborazione tra grandi imprese e società più giovani e innovative) e sulla necessità di trasferire valore tecnologico dalla ricerca alle imprese.
Restano da capire (come in tutti i programmi) eventuali dettagli sulle coperture finanziarie:10 Volte Meglio definisce però l'equilibrio di bilancio elementi "alla base del programma". La spesa pubblica italiana “poco comprimibile” e sarebbe quindi “necessario avviare un piano di modernizzazione e semplificazione della macchina pubblica anche attraverso una decisa e progressiva riduzione del perimetro di intervento nell’economia”.