Cosa c'è scritto nel programma del Partito democratico su innovazione, startup e digitale
I principali punti del partito guidato da Matteo Renzi sulla digitalizzazione del Paese

Non è al centro del dibattito politico di queste settimane che precedono le elezioni politiche del 4 marzo, eppure nei programmi dei principali partiti e schieramenti ci sono dei riferimenti a quello che farebbero per l'innovazione e le startup. A volte diretti, altre meno, ecco cosa c'è scritto nei programmi di governo del Centrodestra, del Partito democratico, Movimento 5 stelle, +Europa, Liberi e uguali e 10 volte meglio.
Il porgramma del Partito democratico
Il Partito Democratico ha presentato un programma di 42 pagine. Propone di rendere strutturale il Piano Industria 4.0, sottolinea la necessità di attrarre nuovi capitali e punta all'allargamento dei Piani individuali di risparmio. Non è chiaro però se intenda ripescare la proposta – ignorata nell'ultima legge di Bilancio – di destinare il 3% dei Pir al venture capital.
Industria 4.0 strutturale
Il Partito democratico punta a “rafforzare” il Piano Impresa 4.0. L'obiettivo è rendere “stabile e strutturale il credito di imposta alla ricerca e sviluppo, prevedendo una riduzione graduale dell’iper ammortamento”. La novità riguarderebbe “un’accelerazione della deducibilità fiscale degli investimenti produttivi (chi investe sul futuro deve poter dedurre più velocemente i costi)”.
Pir e Venture capital
Il programma punta a potenziare “i canali alternativi al finanziamento bancario: l’accesso alla borsa, il ricorso ai mini bond, le piattaforme di crowdfunding e peer-to-peer lending”. Si cita anche la promozione del fintech e l'uso del risparmio privato “verso impieghi nell’economia reale italiana”. Il riferimento è ai Piani individuali di risparmio (Pir), che il Pd intende aprire anche “ad altre piccole aziende operanti in settori ad alto valore tecnologico o ambientale”. Non è chiaro se lo strumento scelto sarebbe la destinazione del 3% dei Pir ai venture capital (misura proposta da una deputata Pd, Silvia Fregolent, che però non ha trovato spazio nell'ultima legge di Bilancio). A proposito di venture capital, il programma resta vago, definendo “non più rinviabile una forte iniziativa per fare in modo che le tante startup che nascono in Italia trovino i capitali per poter crescere e avere successo”.
Banda ultralarga e 5g
Il programma promette investimenti in infrastrutture: “Le reti rappresentano quello che rappresentò l’autostrada del sole nel dopoguerra”. Un obiettivo che dovrebbe passare da due pilastri: “accelerazione del piano Banda ultralarga sulle cosiddette aree bianche e grigie, dove ancora il 70% delle imprese non trova un'adeguata copertura di rete ad alta velocità”; sviluppo del “5G e delle reti di connettività a 1 gigabit per secondo nelle aree metropolitane”.
Digitalizzazione della pubblica amministrazione
La digitalizzazione della Pubblica amministrazione, secondo il Pd, passa da “ulteriori interventi”: implementare Anagrafe nazionale della popolazione residente, Spid (il Sistema pubblico di identità digitale), carta d'identità elettronica, PagoPa (il sistema di pagamento per la pubblica amministrazione), Open data.
Piano cultura 4.0
Il Partito democratico propone un “Piano cultura 4.0” che dovrebbe supportare “le imprese culturali e creative che investono in innovazione tecnologica”. Il progetto prevede di istituire “un fondo unico che raccolga tutti i finanziamenti già esistenti per completare la digitalizzazione e catalogazione del patrimonio culturale italiano”. Con “una formazione digitale obbligatoria, permanente e strutturale degli operatori” e portando “la banda larga in tutti i musei, archivi, biblioteche e altri luoghi della cultura pubblici entro il 2023”.
Turismo digitale
“Quasi il 90% dei turisti stranieri che vengono nel nostro Paese utilizza il web per pianificare l’itinerario e decidere dove alloggiare e più della metà degli stranieri prenota online anche gran parte delle attività di visita e svago”. Questi sono i dati citati nel programma. Sarebbero la conferma che “l’intera filiera deve sviluppare competenze e sistemi che permettano la promozione digitale dei propri prodotti”.
Smart City
Il programma del Partito democratico dedica spazio alle smart city, individuando tre obiettivi: “regolamentare e incentivare piattaforme per bike sharing, car sharing e scooter sharing”; “realizzare sistemi integrati e digitali dei sistemi di trasporto pubblico” (cioè per comprare i biglietti e gestire il proprio viaggio online); “incentivare la realizzazione di smart grid”, per ottimizzare il consumo di energia in base alla domanda.
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