Non è al centro del dibattito politico di queste settimane che precedono le elezioni politiche del 4 marzo, eppure nei programmi dei principali partiti e schieramenti ci sono dei riferimenti a quello che farebbero per l'innovazione e le startup. A volte diretti, altre meno, ecco cosa c'è scritto nei programmi di governo del Centrodestra, del Partito democratico, Movimento 5 stelle, +Europa, Liberi e uguali e 10 volte meglio.
Il programma del Movimento 5 stelle
Il Movimento 5 stelle ha pubblicato il programma elettorale che lo accompagnerà verso le urne. Non c'è una sezione dedicata a digitale e innovazione. Ma si trovano alcune indicazioni distribuite tra i 22 capitoli che compongono il documento. Molte le dichiarazioni d'intenti e alcune misure puntuali. Dall'industria 4.0 al fintech, alle quali devono aggiungersi le indicazioni contenute nel capitolo banche sulla necessità di creare in Italia una banca pubblica di investimento a sostegno delle imprese, anche innovative.
Industria 4.0
Il Movimento è convinto che l'innovazione possa "rivoluzionare il tessuto industriale, favorendo l'introduzione di nuovi strumenti e servizi ad alto valore tecnologico". Non si nominano esplicitamente gli incentivi attuali e il loro eventuale rinnovo, ma sono definite "fondamentali tutte le misure volte alla promozione degli investimenti in nuovi beni e servizi".
Allo stesso tempo, però, vanno pensati "nuovi modelli di welfare per attutire l'impatto sociale della rivoluzione industriale". "La politica deve essere conscia che se da una parte l'Industria 4.0 crea nuovi posti di lavoro e opportunità, dall'altra comporterà pesanti conseguenze sull'occupazione a causa del largo impiego di soluzioni di robotica".
Startup
"Gli spazi per investire e creare lavoro sono enormi", si legge sul programma. Si parla di "favorire la nascita e la crescita di nuove imprese", di " sburocratizzazione" e di "riduzione degli oneri fiscali". L'unica misura concreta citata è l'abolizione, "nei primi anni di attività" del "contributo minimale Inps che impone il pagamento di 3600 euro l'anno per ogni socio amministratore o dipendente di Srl, anche se fattura zero".
L'innovazione passa anche dalla promozione delle competenze tecnico-scientifiche e matematiche (le cosiddette Stem) "sin dai più inferiori livelli di istruzione". E "dall'incontro degli innovatori tramite eventi o grazie all'istituzione di nuovi spazi di coworking nei locali pubblici inutilizzati".
Non si fa un cenno diretto a come attrarre investimenti in queste imprese, ma il 5 febbraio durante lo Startup Day di Agi la deputata Laura Castelli ha sottolineato come il Movimento voglia promuovere la creazione "di una banca pubblica di investimento, sul modello tedesco o francese". Intenzione che ha confermato il candidato premier Luigi Di Maio in un'intervista a StartupItalia: "creeremo una Banca Pubblica per gli Investimenti, perchè oggi avere credito dalle banche è diventata una mission impossible". La misura è contenuta esplicitamente nel programma al capitolo dedicato alle banche.
Fintech
La soluzione sarebbe "una regolamentazione, anche minima, del Fintech", con norme "amiche dell'innovazione ma che sappiano tutelare i consumatori". Al momento però, non ci sono all'orizzonte misure concrete. Il M5S afferma infatti che prima si dovrà passare da un approfondimento sul settore che coinvolga autorità e parlamento.
Open Data
Banda larga e 5G
"L'obiettivo del Movimento 5 Stelle sarà quello di ottimizzare le risorse assegnate all'emittenza locale e nazionale" passando a un nuovo sistema di compressione video. Una soluzione che, secondo il programma, dovrebbe "lasciare le tv al loro posto, non incidere sugli utenti" e aprire al 5G.
Accesso alla rete
Per raggiungere l'obiettivo "le amministrazioni devono essere incentivate ad intraprendere delle politiche per evitare l'esclusione" di chi ha meno disponibilità economica. In concreto, il Movimento cita il modello dei "Punti Roma Facile": spazi di accesso e formazione digitale varati dalla giunta Raggi. Che quindi potrebbero essere estesi oltre la capitale.