Roma - L'Aula del Senato si è espressa in modo conforme alla Giunta per le immunità, accogliendo la richiesta dei giudici di Reggio Calabria di custodia cautelare in carcere per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi. La votazione si è svolta a scrutinio segreto: i voti favorevoli sono 154, i contrari 110 e gli astenuti, che al Senato valgono come voti contrari, 12.
Il senatore (Gal) è indagato per associazione mafiosa. In base alle indagine eseguite dai Carabinieri del Ros di Reggio Calabria, dovrebbe far parte di una struttura segreta legata alla 'ndrangheta e in grado di condizionare le elezioni. Il gip ha emesso 5 ordinanze di custodia cautelare, ma il senatore godeva dell'immunità parlamentare ed è stato necessario il pronunciamento dell'assemblea di Palazzo Madama.
Gli altri destinatari dei provvedimenti sono l'ex parlamentare Paolo Romeo, già in carcere in seguito alle operazioni "Fata Morgana" e "Reghion", l'ex sottosegretario regionale Alberto Sarra (ex Alleanza Nazionale), l'avvocato Giorgio De Stefano e Francesco Chirico. L'accusa è di associazione mafiosa.
Antonio Caridi, 47 anni, reggino, è stato eletto nel 2013 e appartiene ad una famiglia già attiva nella vita politica locale: il padre fu vicesindaco di Reggio Calabria nelle fila della Democrazia Cristiana. La sua carriera politica iniziò nel 1997 con l'elezione alla carica di consigliere comunale per l'Unione di Centro, risultando primo degli eletti nellalista. Cinque anni dopo, nel 2002, fu nominato assessore comunale, incarico confermato nel 2010 sempre tra le file dell'Unione di Centro. Nel 2010 iniziò la scalata con l'elezione a consigliere regionale del Popolo delle Libertà, anche in questo caso risultando il primo degli eletti nella provincia di Reggio Calabria con oltre 11.000 preferenze. Un risultato che gli valse la nomina ad assessore alle Attività produttive nella Giunta di centrodestra guidata da Giuseppe Scopelliti. Nel 2013 fu eletto senatore per il Popolo della Libertà, diventando membro della Commissione Industria, commercio, turismo e della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Il suo nome suscitò polemiche quando il capogruppo al Senato del Popolo delle libertà, Renato Schifani, lo propose quale componente della Commissione parlamentare antimafia. Lasciato il Popolo delle libertà, passò nel gruppo del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, quindi dal 2014 aderisce al gruppo Grandi autonomie e libertà (AGI)