La direzione è tracciata e ora chi non segue quella linea è a rischio. "Già è andato via Toti, chi non vuole rimanere in Forza Italia può anche uscire", dicono nel partito azzurro. Il giorno dopo la manifestazione di piazza San Giovanni a Roma Silvio Berlusconi, raccontano i suoi, è ancora arrabbiato per chi ha deciso di non partecipare alla kermesse e intenzionato ad usare il pugno di ferro. Chi non si adegua alla posizione espressa dal popolo del centrodestra in piazza e guarda ad altre esperienze può anche lasciare il partito: questo il ragionamento del Cavaliere secondo quanto riferiscono fonti parlamentari forziste.
L'ala moderata in Forza italia è comunque in fibrillazione. Soprattutto ora che Matteo Renzi ha ufficializzato la partenza della campagna acquisti. "A chi crede che c'è spazio per un'area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta", ha spiegato l'ex segretario dem alla Leopolda. Il suo tentativo è quello di portare avanti un'Opa nei confronti del Pd e di FI. Sul territorio e in Parlamento. Ma c'è chi sostiene che l'offensiva sia in atto anche in altri campi, come quello della Rai (si parla di contatti con il consigliere Borioni).
È al Senato che si concentra l'azione del leader di Italia viva. è a palazzo Madama che si vocifera di un dialogo aperto con alcuni esponenti azzurri. Si fanno i nomi di alcuni senatori (tra gli altri di Causin, Dal Mas, Berardi, della senatrice Masini e del senatore eletto all'estero Fantetti) ma al momento non ci sarebbero i numeri per fare un gruppo autonomo. Dunque nessuna operazione avviata (potrebbe nel caso avere il cappello del simbolo dell'Udc, osserva un senatore azzurro) anche se i mal di pancia di chi non vorrebbe essere guidato da Salvini non vengono negati.
Alle sirene renziane Mara Carfagna risponde per le rime: "Non siamo in cerca di nuovi approdi nè di nuovi padroni, ma - ha scritto in una nota la vice presidente della Camera - coltiviamo il sogno di restituire dignità all'area liberale del centrodestra. Per farlo si corre sicuramente qualche rischio, ma penso ne valga la pena. C'è chi si batte per conservare il seggio e chi si batte per preservare le proprie idee anche a rischio di perderlo il seggio".
Tra i renziani, infatti, si sostiene che l'ex ministro di FI potrebbe dar vita nel giro di qualche mese nel centrodestra ad un progetto simile a quello portato avanti da Italia viva nel centrosinistra. E si vocifera anche di contatti tra i renziani e amministratori politici e locali in Sicilia. E con parlamentari come Renata Polverini alla Camera dei deputati. In realtà un gruppo di responsabili, qualora dovesse nascere a palazzo Madama, potrebbe servire piuttosto a puntellare l'azione del presidente del Consiglio Conte. Esponenti come Gianfranco Rotondi stanno lavorando proprio a questo progetto.
Ma anche Salvini e Meloni sono per la linea 'tranchant'. Del resto il presidente di Fratelli d'Italia ieri ha proposto agli altri leader del centrodestra un patto anti-inciuci. Ora il centrodestra è al lavoro per approntare una contro-manovra da presentare ad associazioni sindacali e a imprenditori e soprattutto per vincere in Umbria. "Quel voto conta e conta molto", dice il leader del partito di via Bellerio che ieri nel presentare Meloni e Berlusconi sul palco di piazza San Giovanni ha sancito l'operazione "compattamento".
Anche se lo schieramento non si chiamerà centrodestra perché l'obiettivo di Salvini è quello di un progetto più inclusivo che si apra anche a liste civiche. La priorità è portare avanti un'opposizione dura, difendere il sistema maggioritario e arrivare poi alle Politiche per superare ampiamente il centrodestra. Oggi comunque sia FI che la Lega hanno respinto i piani di Renzi. "Mai nella vita con il pallone gonfiato e ladro di democrazia", ha detto Salvini che osserva comunque le mosse del senatore di Firenze, convinto - spiegano i suoi - che possa far cadere il premier Conte per arrivare ad un nuovo governo.