In un’intervista a Il Fatto Quotidiano, il ministro della Salute Roberto Speranza sostiene che “la nascita di questo governo è un successo perché il dialogo tra M5S e centrosinistra può consentire di rimpossessarci della questione sociale che la destra ci ha sfilato negli ultimi anni”.
La sinistra, secondo il titolare del dicastero della Salute, in questi anni “è stata incapace di rappresentare una forte domanda di protezione che emergeva in modo particolare dai ceti medi e da quelli più deboli”. Adesso, invece, “il rapporto tra noi e M5S è naturale perché può basarsi su aspetti fondamentali della cultura costituzionale”, dice Speranza, e “per questo penso siano necessarie alleanze a tutti i livelli amministrativi”.
Il segretario di Articolo1 va anche a ritroso nel tempo, al momento della sua fuoriuscita dal Pd in compagnia di Bersani e D’Alema e ritiene oggi che “uscire dal partito è stata una scelta drammatica” e “lo abbiamo fatto in ritardo quando ci siamo resi conto che era impossibile cambiare le ragioni di fondo” anche se “quelle ragioni restano intatte”, precisa.
Ma il rientro nel Pd di Articolo1 è una sostituzione di Renzi?, chiede il quotidiano. Alla domanda, Speranza risponde che “non siamo usciti dal Pd perché c’era Renzi e non rientriamo perché se ne va Renzi. Il punto è l’idea di società e le scelte di fondo”. Che poi riguardano “la visione della società”.
Per Speranza quel che serve politicamente “è qualcosa di nuovo con un’ambizione di governo, popolare, larga” perché “oggi quello che c’è non basta e quel che serve ancora non c’è”. Quanto al governo e al suo dicastero, Speranza dice che per lui “l’art. 32 e difendere la sanità pubblica è fondamentale” e che “la Costituzione è il mio programma” e “io difenderò il sistema sanitario nazionale universale”.